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ALLUVIONE A CARRARA, APPELLO DEI LAVORATORI DELLE SEGHERIE DI MARMO

ALLUVIONE A CARRARA, APPELLO DEI LAVORATORI DELLE SEGHERIE DI MARMO

alluvione carrara“Permetteteci di lavorare: lasciateci realizzare la strada alternativa” è lo slogan delle circa 300 persone che hanno occupato un ponte ad Avenza, nel comune di Carrara, dove nei giorni scorsi il torrente Carrione ha esondato e dove prosegue, purtroppo, l’ondata di maltempo, che sta avendo effetti devastanti sul territorio. I manifestanti sono i dipendenti delle ditte che si trovano vicino al corso d’acqua, e che sono state costrette a chiudere i battenti per gli effetti dell’alluvione. Chiedono che le istituzioni mettano le loro aziende in condizione di riaprire, in particolar modo costruendo una strada temporanea per raggiungere quelle ancora isolate. Le aziende interessate sono tutte segherie del marmo, attività diffusissima nella zona. In un volantino i lavoratori chiedono al “sindaco di concedere l’autorizzazione a realizzare una strada alternativa da utilizzare solo per questo periodo di emergenza che permetta a tutti di continuare la propria attività”. “La richiesta dei lavoratori è sacrosanta – commenta Ottavio De Luca, segretario generale della Filca-Cisl Toscana – e dimostra il grandissimo senso di responsabilità e la forza di volontà di questa gente, che non si lascia abbattere dai drammatici eventi di questi giorni. Con coraggio, collaborazione e determinazione, riusciremo ad archiviare anche questa pagina triste della nostra Regione, ma è indispensabile l’impegno delle istituzioni”, sottolinea De Luca. Sulla necessità di mettere il territorio in sicurezza è tornato Domenico Pesenti, segretario generale della Filca-Cisl nazionale: “Territori importanti della nostra nazione tornano a pagare un prezzo altissimo a causa del dissesto del territorio. Mi chiedo come mai, nonostante il rischio idrogeologico sia diffusissimo in tutta Italia, perché interessa l’82% dei Comuni, gli interventi continuino ad essere un miraggio. Tra l’altro gli interventi di messa in sicurezza del territorio – spiega Pesenti – verrebbero a costare meno di quanto si spende per i danni subiti da frane, alluvioni, smottamenti, esondazioni, senza contare i danni incommensurabili provocati dal sacrificio di vite umane”.
 

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