I dati parlano da soli: in Italia negli ultimi cinque anni la crisi ha bruciato 750 mila posti di lavoro nell’edilizia e nei settori connessi. “ Nella nostra provincia – afferma Gilberto Pittarello Responsabile Territoriale della Filca Cisl di Siena e componente del Centro Studi Sociali contro le Mafie Progetto San Francesco – prima dell’avvento della crisi, avevamo nell’anno 2007, regolarmente iscritti alla Cassa Edile circa 4000 lavoratori. Oggi sono poco meno di 2.100, con un calo ormai vicino al 50%. Non va meglio per le imprese che da 639 del dicembre 2011, sono passate a 539 nell’ultimo trimestre . Dati che fanno rabbrividire! “. Oltre alla drammatica situazione occupazionale, la crisi costituisce oggi un fattore di rischio pericoloso sul fronte della regolarità. In una fase come questa, caratterizzata non solo da un calo degli addetti e di commesse di lavoro, ma da una forte carenza di liquidità, il rischio di una concreta infiltrazione delle organizzazioni malavitose nelle imprese da parte di coloro che sono definiti “ colletti bianchi “ è molto alto, soprattutto nelle cosiddette “ modifiche in corso d’opera “ meglio conosciute come varianti, che allungano i tempi e fanno lievitare i costi iniziali e che costituiscono terreno fertile per la corruzione ed il riciclaggio del denaro. Due sono le voci presenti in edilizia che non temono la crisi e fanno registrare segni più che positivi: il lavoro irregolare o lavoro nero e la corruzione. “ Quanto successo nei grandi appalti – ribadisce Pittarello – come l’Expo a Milano ed il Mose a Venezia, evidenzia quanto la corruzione nella gestione degli appalti pubblici sia non più un fenomeno ma una prassi comune! Una prassi che può essere debellata solo attraverso controlli rigorosi e serrati, non solo in fase di aggiudicazione dell’opera, ma anche nell’aggiudicazione dei subappalti e delle forniture “. Quanto successo è intollerabile, così come è intollerabile lo spreco dei costi delle opere pubbliche incompiute, a carico dei cittadini, di cui anche la nostra provincia non è immune. “ Mi riferisco – continua Pittarello – a quei piloni di cemento che da Siena si propagano lungo la Cassia verso Monteroni D’Arbia, vere e proprie “ cattedrali nel deserto “ che non solo deturpano il bellissimo paesaggio di dolci colline che ha fatto di Siena e della Toscana una delle regioni più belle e visitate nel mondo, ma evidenziano, se non ultimate, ancora una volta uno spreco inutile di risorse pubbliche. Siena non lo merita! “. Sarebbe interessante conoscere, anche in questo caso, quale sia stato il costo preventivato dell’opera e quale il costo effettivo, nonché la trasparenza in fase di aggiudicazione, così come il costo dei consulenti, dei tecnici e tutto quanto occorso in fase di realizzazione. Il tema dell’irregolarità, della corruzione e del malaffare è diventata la questione “ primaria “ che sta riempiendo le pagine dei giornali di questi giorni. “ Il vero deterrente è il controllo – ribadisce Pittarello – un controllo che deve essere efficace e congiunto, attraverso l’istituzione di una task-force tra Dtl- Inps- Inail ed il nucleo carabinieri dell’Ispettorato del Lavoro che verifichi lo stato dell’arte di tutti i cantieri aperti e la regolarità delle imprese, dei subappalti e delle forniture “.
Gli fa eco Ottavio De Luca Segretario Generale della Filca Cisl Toscana ricordando come di recente, CNA Costruzioni in un importante Convegno su Siena che ha visto la partecipazione dell’Onorevole Rosy Bindi Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, ha posto l’accento sul tema degli appalti pubblici e privati assegnati con il criterio del massimo ribasso, che non aiuta e non favorisce le imprese sane del territorio. “ E’ stato importante ribadire questo concetto – afferma De Luca – perché nelle opere aggiudicate con il massimo ribasso si annida il lavoro nero, l’irregolarità, la mancata sicurezza, vista ancor oggi solo come un costo aggiuntivo e la corruzione. Ricordo solo agli addetti ai lavori – continua De Luca – che l’offerta economicamente vantaggiosa, quale giusto criterio che valorizza la capacità dell’impresa e la qualità dell’opera di cui al Dlg.157/95 art.23 lettera b, è già stata scritta in un Protocollo della Regione Toscana risalente al 27 Ottobre 1997 firmato anche dall’Anci Regionale e che, a distanza di 17 anni, dovrebbe già essere presente all’interno dei regolamenti edilizi e nei capitolati di appalto di tutti i comuni toscani “. Sappiamo purtroppo che non è così e che questo, altro non fa che favorire l’aumento della irregolarità e del lavoro in nero soprattutto nei lavori privati. “ Sarebbe auspicabile – conclude Pittarello – istituire e consultare, in fase di aggiudicazione, una white – list delle imprese regolari non solo a livello contributivo, ma anche in termini di sicurezza e formazione, che gli Enti Bilaterali Cassa Edile – Scuola Edile e Cpt, attraverso un Protocollo di Intesa con la Prefettura e con tutti i soggetti interessati, potrebbero fornire alle stazioni appaltanti. Così come il controllo e la verifica, da parte delle forze preposte, su quanto economicamente denuncia un direttore dei lavori o un professionista, colui che solitamente in un lavoro privato decide a chi affidare l’opera, e quale sia il suo reale tenore di vita in relazione a quanto spende o possiede “. Le due cose, messe assieme, sarebbero sicuramente deterrenti e costituirebbero una percorso possibile, che ci permetterebbe non solo di ricreare un sistema più regolare a tutela delle aziende sane del nostro territorio e dei lavoratori, ma probabilmente di poter verificare anche su Siena l’esistenza o meno di un sistema, legato alla corruzione e alla irregolarità diffusa in molte realtà del territorio nazionale, chiamato da più di un ventennio Tangentopoli.