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FOGGIA, ADDETTI DEL SETTORE LAPIDEO SENZA CONTRATTO PROVINCIALE DA DICEMBRE 2011

FOGGIA, ADDETTI DEL SETTORE LAPIDEO SENZA CONTRATTO PROVINCIALE DA DICEMBRE 2011

Nuova mobilitazione del settore lapideo della provincia di Foggia: oggi i 1.500 addetti,  senza contratto provinciale dal dicembre del 2011, hanno aderito allo sciopero di tre ore (dalle 13 alle 16) proclamato dai sindacati di categoria Filca-Cisl, Feneal-Uil e Fillea-Cgil, deciso dall’assemblea generale dei lavoratori tenutasi nell’aula consiliare del Comune di Apricena, cittadina considerata la ‘capitale’ del comparto marmifero. I lavoratori hanno anche dato vita ad un presidio sulla strada provinciale 37, nei pressi della cava Pizzicoli. “Il tentativo di mediazione del prefetto di Foggia è fallito”, dichiara Urbano Falcone, segretario generale della Filca di Capitanata. “Alla convocazione del 4 aprile scorso le associazioni di impresa Confindustria e Confapi non si sono presentate, compiendo un’azione anche irrispettosa del ruolo che riveste il rappresentante del Governo e dell’attenzione che da sempre dedichiamo ai temi del lavoro e dello sviluppo in Capitanata”. Da Confindustria rispondono che, vista la crisi, non ci sono le condizioni per parlare di rinnovo contrattuale. “La nostra controparte – accusa Falcone – mente sapendo di mentire: il comparto marmifero ha segnato cifre da record soprattutto per quel che riguarda l’export, in aumento del 40%; bene anche la produttività, che ha fatto registrare +26% per cento. Un andamento positivo confermato dalla presenza delle associate di Confindustria e Confapi alle fiere specializzate con tanto di presentazione del logo ‘Madrepietra’, marchio ufficiale del bacino marmifero dell’Alto Tavoliere. Il problema non è nell’attività estrattiva – spiega il segretario generale della Filca foggiana – ma in quella delle segherie: il marmo viene trasportato ancora grezzo in Cina, dove viene lavorato a prezzi ridotti. La trattativa per il rinnovo del contratto – conclude – servirebbe anche a parlare di questo, oltre che studiare azioni mirate per il rafforzamento e la crescita del settore”. I sindacati non escludono nuove, clamorose forme di protesta se la situazione non dovesse sbloccarsi.

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