“Il problema del rischio idrogeologico accomuna tutta l’Italia, dalla Liguria alla Puglia, dalla Toscana alla Sardegna, e gli episodi avvenuti in questi giorni a Roma, nel modenese, in Sicilia ed in Calabria sono soltanto gli ultimi di una lunga serie. Politiche di messa in sicurezza del territorio sono necessarie per evitare frane, smottamenti, esondazioni e sacrificio di vittime umane, come accade molto spesso in queste circostanze. È gravissimo constatare come il governo stanzi solo le briciole per interventi di questo genere: i 30 milioni previsti dalla Legge di Stabilità per il 2014 sono assolutamente insufficienti, ne servirebbero almeno 10 volte tanto. Abbiamo perso un’altra occasione, mentre l’incuria e la mancanza di regole continuano a produrre danni gravissimi ”. Lo dichiara Domenico Pesenti, segretario generale della Filca-Cisl nazionale. “I cittadini italiani che ogni giorno vivono o lavorano in aree considerate ad alto rischio idrogeologico sono superiori ai 5 milioni, ed i Comuni che hanno all’interno del territorio aree ad elevato rischio di frana o alluvione sono ben 6.633. Stanziare risorse importanti per il recupero del territorio permetterebbe non solo di rimettere in moto l’edilizia, settore che rappresenta l’11% del Pil e che ha perso il 40% degli addetti dall’inizio della crisi, ma consentirebbe un risparmio notevole rispetto ai danni provocati dalle alluvioni. Perché non farlo?”, conclude Pesenti.