Le segreterie provinciali di FENEAL-UIL, FILCA-CISL e FILLEA-CGIL denunciano ancora una volta, a distanza di due mesi, la mancata ripresa dei lavori sul Lotto 4 della Terzia Corsia A14 Senigallia – Ancona Nord, dopo che a novembre 2013 il Consorzio Samac e Autostrada, dopo mesi di trattativa, avevano finalmente firmato un nuovo contratto per la ripartenza dei lavori.
Già a fine novembre si era evidenziato che agli annunci di Samac, Autostrade per l’Italia, Ministero delle Infrastrutture e, in ultima, la Regione Marche, in merito alla ripresa dei lavori a novembre 2013, non aveva fatto seguito un reale rientro in cantiere dei circa 130 lavoratori del Consorzio Samac e dei circa 250 lavoratori delle aziende in sub-appalto e di fornitura che da maggio erano stati sospesi in cassa integrazione ed in attesa di certezze occupazionali e di reddito.
Pertanto, oggi per l’ennesima volta registriamo che i lavori della terza corsia sono ancora al palo, a parte uno sparuto numero di lavoratori – circa 20 – che stanno svolgendo attività di messa in sicurezza del cantiere. Ancora una volta agli annunci di ripresa prima a novembre poi ad inizio anno delle parti in causa, in primis il Consorzio Samac, non sono seguiti dei fatti concreti ed oggi, a distanza di 10 mesi dal blocco dei lavori, non è di fatto cambiato nulla.
Siamo, quindi, preoccupati per questo ennesimo stop legato questa volta alle difficoltà economiche del Consorzio Samac a finanziare la ripartenza, da subito, dei lavori.
Pertanto, auspichiamo, che dopo la rimodulazione contrattuale, avvenuta a novembre scorso con Aspi, si possa in tempi brevi rimuovere questo ultimo ostacolo che si frappone alla rioccupazione dei 130 lavoratori del Consorzio Samac e dei 250 lavoratori delle aziende in sub-appalto, oltre al pagamento delle mensilità arretrate dei lavoratori Samac che dal mese di luglio non stanno percependo il loro salario.
Contrariamente, la mancata ripresa dei lavori, per questi ulteriori problemi, provocherebbe una profonda ferita occupazionale per il territorio che acuirebbe la già pesante crisi del settore delle costruzioni in provincia e nella Regione.