Sono 38.500 i lavoratori delle costruzioni censiti dalle Casse edili della Puglia. Solo nel 2008, nel periodo pre-crisi, erano circa 75 mila. In sei anni quasi la metà si sono volatilizzati. “E’ una emorragia occupazionale insidiosa – osserva il Segretario generale della Filca Cisl di Puglia, Crescenzo Gallo – pari numericamente agli abitanti di cittadine come Fasano o Francavilla Fontana: 36.500 lavoratori che non rispondono più all’appello. Si è trattato di una discesa costante e continua. A settembre del 2012 le Casse edili certificavano 45.710 lavoratori censiti; a marzo 2013 scendevano a 43.817, fino all’ultima rilevazione, quella di settembre 2013, che si è attestata a 38.500”.
In un semestre il comparto ha perso 5.317 addetti mentre si allarga la platea di operai in cassa integrazione in deroga, circa 22 mila. “Il rischio – sottolinea Gallo – è che vadano ad ingrossare le fila dell’area grigia non quantificabile trasformandosi in lavoratori in nero. E i numeri non sono di conforto”. Nel 2013, infatti, le partite iva in edilizia sul territorio nazionale sono lievitate a 1 milione e 200 mila contro le 300 mila circa del 2008, mentre gli addetti assunti verificati dalle Casse edili hanno subito il percorso inverso: 1 milione nel 2008 contro i 700 mila del 2013. “Ciò è accaduto sia nei cantieri pubblici che in quelli privati – aggiunge Gallo – per questo la Filca Cisl, insieme a Feneal Uil e Fillea Cgil, ritiene necessario rilanciare il Protocollo sulla legalità e contro il lavoro nero rivolgendo nuovamente ad Anci Upi Ance e alle Associazioni datoriali edili un appello alla firma in tempi brevi di questo importante strumento”.
Intanto sul fronte del lavoro vero, quello certo ed esigibile perché relativo ad opere pubbliche pugliesi già finanziate dal Cipe ed attualmente sospese a causa dei vincoli del Patto di Stabilità, la Filca Cisl torna a chiedere lo sblocco di circa 2 miliardi di fondi europei e in attesa di produrre almeno 35 mila posti di lavoro. “Investimenti infrastrutturali di cui la Puglia ha assoluta necessità – conclude il Segretario della Filca Cisl che lo scorso aprile aveva lanciato l’allarme immobilismo – ma dopo 8 mesi non è ancora cambiato nulla. La Regione Puglia, e l’assessore Barbanente in particolare, convochi con le parti sociali un tavolo di coordinamento non solo per definire una mappa dei cantieri possibili, ma anche una occasione per concordare ogni azione utile a rimuovere intralci e ritardi burocratici ed amministrativi”.