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CGIL, CISL E UIL AL GOVERNO: “CAMBIARE PASSO!”

CGIL, CISL E UIL AL GOVERNO: “CAMBIARE PASSO!”

MANIFESTAZIONE CGIL CISL UILUna piazza San Giovanni gremita di manifestanti ha accolto l’appello dei leader di Cgil, Cisl e Uil al Governo a cambiare passo ed a dare risposte concrete ai lavoratori, a partire dal taglio delle tasse. Un lungo serpentone di operai, impiegati, studenti, pensionati ed esodati, casalinghe, giovani e meno giovani, rumoroso e colorato, molto piu’ dei 100 mila annunciati alla vigilia, ha invaso pacificamente la città. Tra di loro anche migliaia di dirigenti, operatori e delegati della Filca-Cisl giunti da tutta Italia. Un nuovo ‘Quarto Stato, come quello che sfila tra la folla, immortalato da centinaia di click, meno proletario di quello ritratto da Pelizza da Volpedo, ma ugualmente stremato, consapevole e stanco di pagare una crisi che non vuole finire. In aria centinaia di palloni colorati blu verdi e rossi sospesi con le bandiere sindacali e un grande sommergibile bianco, con lo striscione ‘Lavoro subito’. E una promessa: la battaglia dei sindacati per salvare il Paese è solo all’inizio. “Il tempo delle promesse e degli annunci e’ finito. Serve coraggio, servono scelte vere ed un cambio di passo, risposte rapide e servono ora”, dicono e ripetono, a una sola voce, sotto e sopra il palco, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti guardando a un non piu’ rinviabile taglio delle tasse per lavoratori e pensionati e a interventi per un’occupazione che si possa dire stabile. Un messaggio e insieme un ammonimento, che i tre girano al governo Letta prima che siano “i lavoratori in cassa integrazione a staccare la spina a questo esecutivo”. I provvedimenti con cui il governo mercoledi’ si appresta a intervenire sul lavoro, infatti, non sono sufficienti, per Cgil, Cisl e Uil, a ribaltare la situazione; anzi, appaiono piuttosto come dei pagliativi, provvedimenti inefficaci e inutili.

Il paese perisce e la classe dirigente si perde in chiacchiere”, ha affermato il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, nel suo intervento dal palco di piazza San Giovanni a Roma .”Siamo in piazza – ha proseguito – per ricordare alla classe dirigente i doveri che ha. Deve lavorare per il paese reale: lavoratori, pensionati e giovani, che sono la vera ricchezza del paese”. Bonanni ha aggiunto che in piazza “c’è l’Italia che non getta la spugna e che vuole ripartire. Vuole che finisca questa situazione che dura da diverso tempo”. Poi, rivolgendosi direttamente a Palazzo Chigi, Bonanni ha indicato la via per uscire dalla crisi. ”Il governo Letta ora deve dare una risposta, deve indicare una strada coraggiosa al Paese”. Bisogna ”dare una scossa”, bisogna ”dimezzare le tasse sul lavoro, ridurle fortemente su pensioni e imprese che investono”.
Sulla stessa linea il leader della Cgil, Susanna Camusso, che ha chiesto al Governo un cambio di passo sui temi del lavoro
17 Basilicataperché quanto fatto in questi mesi non è sufficiente per affrontare e risolvere le emergenze. “Bisogna cambiare passo – ha detto dal palco – quello che c’è stato in questi mesi non ci accontenta”.  Duro l’intervento del segretario generale della Uil. “Il tempo è finito”, ha detto il leader della Uil, Luigi Angeletti, durante il comizio conclusivo della manifestazione. “In un paese – ha proseguito – dove la maggiore preoccupazione sembra essere quella di scommettere sulla durata del Governo, il messaggio che vogliamo dare è che non c’è più tempo per aspettare. Non è più tempo delle promesse e degli annunci”. Angeletti ha aggiunto che il senso della manifestazione di oggi è quello di dare al Governo “un messaggio molto chiaro a nome di milioni di lavoratori, che non sono persone che si rassegnano o che hanno piegato le ginocchia. Non ci rassegneremo e non piegheremo le ginocchia nel prossimo futuro”.
Tra i manifestanti anche 250 operai degli stabilimenti Indesit Company di Albacina e Melano, arrivati da Fabriano con 4 pullman e uno striscione su cui campeggia lo slogan della vertenza Indesit: ‘1.425 volte no: la storia siamo noi’. Il richiamo e’ al piano di ristrutturazione del gruppo elettrodomestico, che ha annunciato 1.425 esuberi nei siti italiani, e la chiusura delle fabbriche di Melano e Teverola (Caserta).
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