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LOMBARDIA, ATTIVO UNITARIO DELLE RSU DEL SETTORE LEGNO INDUSTRIA

LOMBARDIA, ATTIVO UNITARIO DELLE RSU DEL SETTORE LEGNO INDUSTRIA

Le segreterie Regionali Lombarde di FENEAL-UIL, FILCA-CISL e FILLEA-CGIL, hanno convocato l’attivo delle RSU del comparto Legno industria per discutere della situazione di stallo che si è venuta a creare al tavolo di trattativa per il rinnovo del CCNL. Federlegno si sottrae dal tavolo di negoziazione con la motivazione pretestuosa e unilaterale che sarebbero venute meno le condizioni per proseguire le trattative.
Su importanti parti del CCNL, come l’apprendistato, l’assunzione a termine, l’orario di lavoro, la malattia, il periodo di prova, le proposte di Federlegno costituirebbero un arretramento contrattuale delle condizioni di lavoro. Se viene meno il diritto al dissenso da parte delle OO.SS. rispetto alle proposte avanzate da Federlegno, viene meno la logica reciproca di fare delle trattative per trovare punti di equilibrio.
L’attivo si svolgerà domani, giovedì 18 aprile, alle ore 9.30 presso il Centro Formazione Professionale “Giuseppe Terragni” via Tre Venezie, 63 – 20821 Meda (MB). L’attivo sarà concluso da Paolo Acciai, segretario nazionale Filca-Cisl
Il comparto legno in Lombardia occupa 20.611 addetti (dati 2011) di cui 15.567 operai, 763 apprendisti, 4.141 impiegati e 140 quadri. La buona riuscita del salone del mobile che si è recentemente tenuto a Milano, indica che il rilancio del settore passa attraverso l’elevazione della qualità produttiva, il nuovo design, la ricerca di nuovi servizi ai clienti, di nuovi prodotti. Non riusciamo a comprendere come questo possa avvenire senza il coinvolgimento dei lavoratori che sapientemente trasformano una materia vive e antica qual è il legno, in opere d’arte.
Al termine del dibattito, alle 13.00 si terrà una Conferenza Stampa per illustrare le ragioni, le motivazioni e le questioni sindacali che sono in discussione. Ascoltare il modo del lavoro, dentro una crisi che modifica strutturalmente il tessuto produttivo della nostra regione, è un obbligo. Dalla crisi si esce con più contrattazione e non con più unilateralità.

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