II settore edile piemontese è sempre più a rischio. Negli ultimi quattro anni, in regione, sono andati in fumo circa 20mila posti di lavoro. L’allarme è stato lanciato dall’Ance Piemonte e dai tre sindacati confederali delle costruzioni, Fillea-Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil che hanno presentato al presidente della Regione, Roberto Cota un dossier sulle “priorità delle imprese edili e dei lavoratori”. Nel periodo 2008-2011, le ore effettivamente lavorate e il numero di operai iscritti alla Casse Edili piemontesi sono diminuiti di circa il 22% mentre il numero delle imprese iscritte ha subito una flessione di quasi il 20%. Attualmente in regione operano 1.500 imprese che danno lavoro a 25 mila persone. Imprenditori e sindacati fanno dunque fronte comune e lanciano insieme alcune proposte per affrontare l’emergenza, indicando i principali ambiti di intervento per favorire la ripresa dell’edilizia in Piemonte.
“Le imprese – ha spiegato il segretario regionale della Filca Cisl, Piero Donnola – vanno sostenute con provvedimenti finalizzati in primo luogo a risolvere il gravissimo e non più tollerabile problema dei ritardati pagamenti da parte della pubblica amministrazione, ma anche attraverso un piano di riqualificazione delle città e del territorio”. L’Ance e i sindacati di settore insistono su nuovi strumenti finanziari per acquistare casa, sull’eliminazione del-I’Imu dagli appartamenti costruiti ma non ancora venduti, sul rilancio del mercato degli affitti, su nuovi investimenti in sicurezza, scuole e infrastrutture. “Le infrastrutture, i trasporti e la logistica—ha sottolineato Donnola — rappresentano gli elementi strutturali per le dinamiche di sviluppo economico e territoriale dell’area piemontese. L’inadeguatezza delle infrastrutture costituisce una grave strozzatura per i cittadini, le imprese, il turismo e in generale per le potenzialità di crescita del nostro territorio”.
Il presidente della Regione Cota, dopo aver presentato la difficile situazione del bilancio regionale, ha accolto la proposta delle organizzazioni regionali di istituire la consulta permanente delle costruzioni, data la crisi del settore. La consulta, coordinata dal vice presidente della Regione Ugo Cavallera, sarà formata dalle rappresentanze del settore edile, dai tre sindacati regionali e dalle Direzioni generali regionali coinvolte. Verranno approfondite le tematiche e le dinamiche del comparto con particolare riferimento ai ritardati pagamenti della pubblica amministrazione, alla sicurezza sul lavoro, a un piano di piccole opere infrastrutturali e a un piano regionale perla casa ai giovani e agli anziani.
Da segnalare infine i 250 milioni di euro previsti per l’area metropolitana torinese con i due progetti del “Piano Città” (quartiere Falchera e Laguna verde a Settimo) e naturalmente la Tav. Per la Torino-Lione, il governo Monti ha stanziato nella legge di stabilità quasi 3 miliardi, di cui 840 milioni spendibili tra il 2013-2015 ed altri 150 milioni all’anno fino al 2029. “Sono previsti un migliaio di posti di lavoro diretti nel cantiere — ha evidenziato il segretario provinciale Filca Cisl, Antonio Castaldo – e alcune migliaia nell’indotto in un arco temporale di dieci anni. Gli edili della Cisl propongono un patto con i no-tav per meglio contrastare le infiltrazioni mafiose, controllare la regolarità dei lavori e per non disperdere la loro capacità di aggregazione maturata in questi anni”.