Scade il 22 ottobre il termine per adeguare gli impianti Italcementi di Colleferro dopo il sequestro preventivo del Gip di Velletri (14 camini su 36 controllati sui 119 totali dell’impianto sono risultati non conformi). Lo stabilimento è stato posto sotto sequestro a titolo preventivo. Ma continua nel frattempo la sua attività e l’azienda deve, in ottemperanza alle richieste che le sono state fatte, adeguare quanto prescritto dalle normative europee per alcuni punti di emissione.
In un comunicato unitario Attilio Vallocchia, Fabrizio Franceschilli e Marco Lombardo, rispettivamente segretario della Filca, della Feneal e della Fillea provinciale, insieme alla Rsu dell’Italcementi di Colleferro, hanno espresso il loro disappunto per l’accostamento con I’Ilva di Taranto. Aggiungendo che l’azienda ha da sempre tenuto in grande considerazione la tutela dell’ambiente e la sicurezza dei lavoratori, mantenendo un costante dialogo con il sindacato. L’azienda ribadisce che stanno continuando in maniera accelerata gli interventi di modifica sui camini delle linee secondarie che la cementeria opera secondo un’ottica di miglioramento continuo delle attività di protezione e gestione ambientale e che a Colleferro lavora secondo un’ottica di miglioramento continuo delle attività di protezione e gestione ambientale e che le emissioni dell’impianto di cottura sono controllate di continuo e risultano al di sotto dei limiti di legge.
“I 157 lavoratori – dichiara Attilio Vallocchia della Filca – sono preoccupati ma auspicano che la magistratura faccia il proprio corso, hanno paura di perdere il posto di lavoro ma hanno fiducia dei giudici e chiedono alla propria azienda di adempiere alle modifiche nei tempi richiesti. Se dovesse chiudere lo stabilimento, considerato l’indotto, saranno 500 gli operai a trovarsi senza lavoro ed il territorio cadrebbe in una vera depressione economica. Per questo la Fil-ca insieme agli altri sindacati, è pronta a mobilitarsi a favore dei lavoratori. Il cementificio è presente a Colleferro dal 1919, un’azienda storica che deve continuare la sua attività. Siamo i primi a dire che non può esserci la produzione a tutti i costi, anche sacrificando l’ambiente, ma non è il caso dell’Italcementi, il sequestro riguarda fasi secondarie della produzione, si tratta di punti di emissione che non riguardano il principale processo di combustione, ma alcune fasi secondarie dell’attività lavorativa”.
II sindaco di Colleferro, Mario Cacciotti, ha assicurato che sta facendo tutti i passi necessari per garantire e tutelare sia la salute dei cittadini sia l’occupazione dei lavoratori e ha convocato nella sede del Comune, i rappresentanti dell’Italcementi, della Provincia di Roma e dell’Arpa (Agenzia regionale perla protezioneambientale)del Lazio. L’obiettivo comune è quello di collaborare e trovare un accordo per contemplare ambiente, sicurezza e lavoro.