A MAGGIO OCCUPAZIONE IN PICCHIATA NELLE GRANDI IMPRESE

A MAGGIO OCCUPAZIONE IN PICCHIATA NELLE GRANDI IMPRESE

L’occupazione nelle grandi imprese, ovverocon almeno 500 dipendenti, a maggio diminuisce dello 0,9% al lordo della cig e dell’1,3% al netto dei dipendenti in cig, rispetto a maggio 2011. Lo comunica l’Istat. Rispetto al mese di aprile, invece, sia al lordo, sia al netto dei dipendenti in cassa integrazione guadagni segna (in termini destagionalizzati) un calo dello 0,1%. Guardando alle sole grandi imprese dell’industria, in termini destagionalizzati l’occupazione a maggio registra, rispetto al mese precedente, una diminuzione dello 0,2% al lordo della cig e una variazione nulla al netto della cig. In termini tendenziali gli indici grezzi diminuiscono dell’1,4% al lordo dei dipendenti in cig e del 2,3% al netto dei dipendenti in cassa integrazione.
Nei servizi, invece, l’occupazione (dati destagionalizzati) segna, in termini congiunturali una variazione negativa dello 0,2% sia al lordo, sia al netto della cig. Rispetto a maggio 2011, gli indici grezzi registrano diminuzioni dello 0,6% al lordo della cig e dello 0,8% al netto della cig. Nel complesso delle grandi imprese, il numero delle ore lavorate per dipendente, al netto degli effetti di calendario e dei dipendenti in cig, registra una diminuzione, rispetto a maggio 2011, del 2,5%. Inoltre, la cassa integrazione guadagni utilizzata a maggio risulta pari a 34,1 ore ogni mille ore lavorate, con un aumento tendenziale di 5,4 ore ogni mille ore.
“Ancora in calo l’occupazione nelle imprese con oltre 500 addetti, che a maggio si riduce dello 0,9% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, soprattutto nell’industria, ma anche nei servizi. La riduzione sarebbe ancora maggiore se considerata al netto della cig, che continua a salvare moltissimi posti di lavoro”. Sostiene il segretario generale aggiunto della Cisl, Giorgio Santini. “A fronte del pesante impatto sul mercato del lavoro della recessione in atto, mostrano tutti i loro limiti le politiche basate sul solo, pur necessario, risanamento dei conti pubblici, se non accompagnate dal sostegno alla domanda – sottolinea Santini – servono investimenti in settori cruciali quali la ricerca, l’energia, l’edilizia e la redistribuzione del carico fiscale a favore di famiglie, lavoratori e pensionati. Si tratta di superare politiche di solo rigore e di operare scelte condivise con le parti sociali, ridando slancio alla concertazione che ha mostrato, nei momenti difficili, di saper trovare le soluzioni necessarie”.
“La stessa riforma del lavoro, senza politiche per lo sviluppo – conclude Santini – rischia, in tale situazione, di non avere effetti sull’occupazione. E’ urgente utilizzare tutte le potenzialità della riforma stessa, dando attuazione immediata e condivisa al nuovo apprendistato per le assunzioni dei giovani e alle politiche attive del lavoro per riqualificare e reimpiegare i lavoratori espulsi dal ciclo produttivo”.

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