La ricostruzione e messa in sicurezza di case e capannoni siano affidate a imprese qualificate e regolari. Lo chiede il sindacato Filca-Cisl di Modena, ricordando che già dopo il 20 maggio sono circolati volantini di aziende sconosciute che proponevano interventi “chiavi in mano” a prezzi stracciati. «Invitiamo a diffidare di soggetti che non sono in grado di garantire capacità tecnica, competenza, qualificazione, regolarità e, soprattutto, legalità nell’esercizio dell’attività imprenditoriale – dichiara il segretario provinciale della Filca-Cisl, Domenico Chiatto – In particolare la nostra preoccupazione è rivolta al mercato privato, dove è più facile che possano insinuarsi aziende di dubbia regolarità. È necessario sedersi intorno a un tavolo per realizzare specifici protocolli, a integrazione di quelli esistenti, per aiutarci a gestire la delicata fase della ricostruzione. Già da oggi dobbiamo porre l’attenzione sul rischio di infiltrazione di soggetti a rischio di illegalità».
Per il sindacato edili della Cisl il sistema delle imprese regolari del nostro territorio possiede tutte le potenzialità professionali, tecnologiche e di mezzi per affrontare il dopo sisma. Chiatto ricorda che nella nostra provincia, Bassa compresa, esiste una rete di imprese edili specializzate nel recupero, demolizione, trasporto, scavo e riqualificazione; alcune di esse sono tra le più importanti aziende del territorio nazionale. «Senza voler limitare la legittima concorrenza tra le imprese, è possibile e doveroso prevenire potenziali infiltrazioni malavitose, specialmente nei settori in cui la criminalità prospera. Mi riferisco – precisa il sindacalista Cisl – al trasporto, nolo a caldo e freddo, demolizioni, stoccaggio di materiali rischiosi quali ad esempio l’amianto, la cui rimozione e smaltimento richiedono competenze specifiche che non si possono improvvisare».
Secondo gli edili Cisl il terremoto può offrire l’occasione per rimettere in moto un settore in ginocchio, purché gli imprenditori non vedano la ricostruzione solo come un gigantesco business, ma come opportunità per mettere in sicurezza il territorio, non solo sismicamente parlando, ma anche dal punto di vista della legalità. «Facciamo tesoro delle esperienze negative altrui e importiamo le buone idee. Sia nei cantieri pubblici che privati – continua Chiatto – devono lavorare solo coloro che possiedono tutti i requisiti tecnico-organizzativi, di regolarità e qualità certificata. In questo senso il Durc e gli indici di congruità, e non esclusivamente il fattore costo, possono essere gli strumenti adatti a selezionare le aziende da utilizzare nella ricostruzione e – conclude il segretario provinciale della Filca-Cisl – a contrastare quelle che non rispettano le regole».