TRAVERTINO, NELL’AREA TIBURTINA INDUSTRIA MESSA ALL’ANGOLO

TRAVERTINO, NELL’AREA TIBURTINA INDUSTRIA MESSA ALL’ANGOLO

Cala il fatturato e crollano le vendite dei lavorati. E’ crisi nera per l’industria del travertino nell’area tiburtina, settore che sino a pochi anni fa, trainava l’economia della provincia est di Roma e rappresenta da solo il 5% del Pil della Regione Lazio. Da due anni le vendite del travertino sono diminuite di oltre il 40%, con il rischio dell’occupazione per migliaia di lavoratori.
Sono circa seicento i lavoratori ad essere impiegati direttamente dalle oltre 50 aziende del settore ma, se si considera anche l’indotto, si arriva a cinquemila persone: “Tutte a rischio occupazione – dichiara il segretario della Filca Cisl di Roma, Attilio Vallocchia-. Negli ultimi 4 anni vi è stata una fuoriuscita di 200 lavoratori per mobilità e crisi aziendali, molti operai inoltre sono in cassa integrazione, soprattutto chi lavora all’interno dei laboratori. Se non ci sarà una ripresa del settore e delle politiche attive mirate, questi lavoratori verranno licenziati”.
Pervenire fuori da questa situazione gli imprenditori del travertino del distretto industriale di Tivoli e Guidonia, chiedono che le aziende siano aiutate attraverso sgravi fiscali e puntano il dito contro il piano regionale delle attività estrattive, approvato ma mai aggiornato con le richieste provinciali, contro una norma rompicapo sulle proroghe delle autorizzazioni e per gli alti costi di produzione. Per gli industriali del Centro per la Valorizzazione del Travertino Romano (sono 32 le aziende consociate al Cvtr), la norma sulle proroghe è di difficile interpretazione e l’organo che rilascia i pareri regionali, insediato in ritardo di un anno, si riunisce ogni 15 giorni. “Noi come Filca di Roma e provincia – sottolinea Vallocchia -, ma anche insieme a Fillea Cgil e Feneal Uil, ribadiamo la volontà e la necessità di un tavolo concertativo allargato con il coinvolgimento delle parti sociali e di tutti i soggetti istituzionali interessati, per creare maggiore sinergia e dare certezze sulla tenuta occupazionale e sui tempi di programmazione concessi al settore delle attività estrattive. Aspettiamo inoltre di essere convocati dall’assessore regionale Di Paola da luglio dello scorso anno, quando pubblicamente promise la convocazione di un tavolo mai realizzato”.
Il travertino romano è stato impiegato, in varie epoche storiche, per la costruzione dei più importanti monumenti come ad esempio il Colosseo e il Teatro Marcello, e, nel Rinascimento, per le Basiliche di San Pietro e Santa Maria Maggiore e le fontane del Bernini. Ma spiccano anche realizzazioni più moderne: come lo stadio dei Marmi, lo stadio Olimpico, il Palazzo della Civiltà e del Lavoro e la Moschea di Roma. Le imprese appartenenti al settore inerente alle attività estrattive legate al travertino romano si dividono in quelle dell’estrazione dei minerali non metalliferi e quelle del comparto del taglio, modellatura e finitura della pietra. Sino a pochi anni fa le unità locali che operavano nel settore erano 105, di cui l’81% appartenenti al taglio, modellatura e finitura della pietra ed il 19% all’estrazione vera e propria. Le imprese di dimensioni maggiori appartengono all’attività delle pietre ornamentali del comune di Guidonia Montecelio che da sole rappresentano il 70% degli occupati dell’intera provincia.

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