Ogni giorno che passa offre purtroppo motivi ulteriori alla manifestazione che Cgil Cisl e Uil hanno promosso per sabato prossimo su crescita, fisco e lavoro. La notizia forte è arrivata nel pomeriggio di ieri, battuta dall’agenzia Ansa venuta a sapere che prima della firma del decreto che ha fissato la quota di esodati a 65 mila, l’Inps aveva inviato al ministero del Lavoro dati diversi, superiori anche alle stime del sindacato: i lavoratori che potrebbero avere diritto ad andare in pensione sulla base delle vecchie regole secondo il decreto Salva Italia e il Milleproroghe sono 390.200.Le platee che fanno lievitare il numero degli esodati sono quelle della prosecuzione volontaria (133.000 persone autorizzate ai versamenti volontari nati dopo il 1946 e con un ultimo versamento contributivo antecedente il 6 dicembre 2011) e i cosiddetti “cessati”, cioè quelli che sono usciti dal lavoro per dimissioni, licenziamento o altre cause tra il 2009 e il 2011 che hanno più di 53 anni e che non si sono rioccupati (180.000 secondo l’Inps). Per queste due categorie il decreto del Governo prevedeva rispettivamente 10.250 e 6.890 salvaguardati. Ma platee più consistenti, secondo l’Inps, ci sono anche per la mobilità, per i fondi di solidarietà e beneficiari del congedo straordinario per l’assistenza ai figli gravemente disabili.
Immediata la reazione della Cisl. “Avevamo detto fin dall’inizio che il numero degli esodati era superiore a 350.000 persone”, sottolinea Raffaele Bonanni. Per il numero uno di Via Po si tratta di “un numero esorbitante, va cercata una soluzione previdenziale per tutti. Con la riforma si risparmiano 140 miliardi in 10 anni, vanno trovate le risorse per gli esodati. Chiediamo un incontro urgente al ministro Fornero”.
Per il segretario confederale Maurizio Petriccioli “la relazione Inps ha confermato quanto il sindacato ha sostenuto in questi mesi: la riforma previdenziale introdotta dal governo Monti, in assenza della gradualità necessaria ad offrire il giusto accompagnamento alla pensione per le persone che erano ai limiti del raggiungimento dei vecchi requisiti pensionistici, ha prodotto una ferita nel Paese lasciando centinaia di migliaia di persone senza un reddito da lavoro o da pensione”. Di fronte a questi dati ormai resi ufficiali, continua Petriccioli, “la Cisl ritiene che il governo ed il Ministro Fornero, debbano riconoscere che il decreto sui 65mila esodati, firmato la scorsa settimana, è insufficiente e quindi è necessaria una immediata convocazione delle parti sociali per individuare le opportune soluzioni e coperture economiche per l’intera platea dei lavoratori”.