I lavoratori edili delle province di Arezzo e Treviso hanno un nuovo contratto integrativo. Nella provincia toscana Ance (Associazione Nazionale Costruttori) e le organizzazioni aretina di Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil ieri hanno firmato il testo, presso la sede di Confindustria Arezzo. “Il rinnovo del contratto – ha dichiarato Gilberto Pittarello, segretario generale della Filca Cisl di Arezzo – interessa centinaia di lavoratori delle imprese edili dell’industria e costituisce un importante risultato della contrattazione di secondo livello. L’accordo è stato siglato nonostante la forte crisi che ha investito il settore negli ultimi anni, con conseguente perdita di numerosi posti di lavoro e prevede un forte impegno per il rilancio della produttività, dell’occupazione, della sicurezza, della legalità e della qualità del settore delle costruzioni”.
“Nel sottoscrivere l’accordo – prosegue Pittarello – abbiamo ribadito, l’importanza della firma di questo contratto integrativo che arriva in un momento difficile e complicato per l’economia del territorio aretino e per il settore delle costruzioni. Un contratto, che ci permetterà di poter contribuire sia al mantenimento della competitività delle imprese che al miglioramento delle condizioni per molti lavoratori edili”.
I punti salienti riguardano : l’aumento contrattuale del 6%, la conferma dell’impianto sugli RLST con lo 0,30% di contribuzione da parte delle Imprese, il superamento della carenza dei primi tre giorni di malattia che diventa contrattuale, la messa in sicurezza della gestione APEO, il riconoscimento degli accordi sottoscritti in materia di Trasferta Regionale e la predisposizione delle procedure per l’attivazione del servizio, la Responsabilità Sociale di Impresa riconosciuta come qualificante valore aggiunto da proporre alle Imprese del territorio come modello a cui ispirarsi, l’impegno a favorire la formazione, l’aggiornamento/professionale e la prevenzione in materia di salute e sicurezza sul lavoro, la qualità del costruire attraverso la promozione della bioedilizia e nuovi possibili elementi di sviluppo per il settore quali il project financing. “Il rinnovo del contratto integrativo – ribadisce Pittarello – oltre alla valenza politica, definisce non solo il valore del lavoro con i propri diritti e doveri, ma ridisegna e rafforza un percorso di impegno e di speranza nel futuro per un settore oggi in forte difficoltà”.
A Treviso, invece, è stato presentato ufficialmente il testo firmato nel marzo scorso. Soddisfatti i rappresentanti sindacali: “Malgrado la forte crisi che sta attanagliando il settore edile in provincia di Treviso, con calo degli addetti e massa salari di circa il 30% dal 2008 ad oggi – affermano i sindacati di categoria provinciali – siamo riusciti a firmare questo importantissimo accordo che porterà benefici non solo economici ai lavoratori edili”. I dettagli del nuovo contratto sono stati illustrati dai tre rappresentanti sindacali delle Federazioni delle costruzioni, nel corso di una conferenza stampa presso la sede trevigiana della Cisl. Fra le novità, un aumento in busta paga tarato sulle performance dell’impresa (da 20 a 50 euro mensili) e, spiega Francesco Orrù, segretario generale della Filca Cisl di Treviso, “l’accantonamento mensile in Cassa Edile dell’elemento variabile della retribuzione, che entro febbraio viene poi pagato dalla Cassa direttamente al lavoratore”. “Molta importanza – prosegue Orrù -, con un’ulteriore valorizzazione degli enti bilaterali, è stata data alla sicurezza, con nuovo rappresentante territoriale e varie iniziative che le parti metteranno in atto perla prevenzione della cultura della sicurezza, e alla formazione continua con un occhio di riguardo ai lavoratori migranti. Il prossimo obiettivo è quello di coinvolgere tutti gli attori sociali della Marca, dal presidente della Provincia, alla Camera di Commercio, fino all’Ance, per la firma di un accordo d’intenti che analizzi concretamente tutte le problematiche del settore edile, per mettere in campo un vero e proprio piano di rilancio e sviluppo”. I numeri della crisi in provincia di Treviso sono eloquenti: -16,70% di imprese attive dal 2009 al 2011, con un calo dei lavoratori iscritti alla Cassa Edile pari al -17%.
(ha collaborato Federica Baretti)