Dieci punti per il bene comune e lo sviluppo economico sostenibile: è la proposta lanciata dalla Filca-Cisl, dal Siulp e dal Progetto San Francesco ai candidati a sindaco di Genova Enrico Musso e Marco Doria, a pochi giorni dal voto del ballottaggio. “Per uscire dalla crisi attuale – ha dichiarato Paola Bavoso, segretario generale della Filca genovese – serve un patto sociale nuovo che ristrutturi il modello sociale, a partire dalla responsabilità sociale, nuove risorse economiche per lo sviluppo possibile e dalla lotta alle mafie. Abbiamo chiesto, attraverso una lettera composta di dieci punti, ai due sfidanti per la guida di Genova di impegnarsi con noi e con le associazioni della società civile in un nuovo programma di riconversione dello stato sociale: serve lavorare per il welfare della legalità”. Lunga la lista delle richieste, tutte sostenibili e possibili entro i primi cento giorni di governo della città, partendo proprio dalla modifica del regolamento degli appalti e dal superamento strategico e responsabile del “patto di stabilità”.
Ecco i dieci punti della lettera ai candidati in cui si chiede:
1) che il 35% dei capitali mafiosi confiscati venga assegnato per il rafforzamento degli ammortizzatori sociali e per la creazione di un fondo a tutela di chi denuncia il caporalato.
2) che il 21% della cifra recuperata dalla lotta all’evasione fiscale venga impiegata per i nuovi “prestiti d’onore” per i giovani e donne in ingresso e che gli enti locali siano garanti bancari degli imprenditori per bene sotto minaccia di usura da parte delle mafie.
3) che l’iscrizione alle white list e l’adesione al “Progetto Sciamano” presso la Prefettura diventino condizione indispensabile per le imprese che intendono recuperare i crediti e partecipare ai nuovi lavori
4) che venga riconosciuta una premialità fiscale crescente ed assistenza legale bancaria alle imprese che denunciano ricatti mafiosi, estorsioni e pressioni usuraie.
5) che gli impegni vadano innanzitutto nel sostegno delle piccole e medie opere di pubblico interesse, in special modo all’housing sociale e al project financing finalizzato al tessuto urbano e alla sua riqualificazione (progetti di quartiere), al consolidamento del paesaggio e delle aree naturali soggette a vincolo idrogeologico e alle opere di ampliamento previste dal piano casa (regionale).
6) che l’offerta economica maggiormente vantaggiosa venga scelta come criterio dell’assegnazione dei lavori, amplificando la parte dei migliorativi in essa contenuta e ponendo a margine il ribasso. Tale disciplina “a monte”, contribuisce al progresso civile e alla congruità sociale degli interventi, recuperando la centralità del bene comune oltreché economico.
7) che i lavori pubblici o in aree di interesse pubblico prevedano l’occupazione dei disoccupati, cassa integrati e giovani in ingresso iscritti ai Centri per l’impiego del territorio genovese per una quota non inferiore al 30% . Via Di Vittorio, 10 – Cermenate (CO) – info.progettosanfrancesco@gmail.com – progettosanfrancesco.it
8) che l’impiego delle risorse pubbliche individuate e da sbloccare come “urgenti” vengano finalizzate attraverso un progetto territoriale di sostenibilità economica e sociale, elaborato e sottoscritto dai soggetti protagonisti, amministrazione, imprese e sindacati.
9) che, in materia di semplificazioni (Piano Casa) venga aperto un tavolo di confronto per l’individuazione di norme a tutela dell’ambiente e del cittadino.
10) che sia prevista un’intensificazione dei controlli sulle denunce di inizio attività in “economia diretta” (nicchia di lavoro nero ed evasione fiscale).