SANZIONI PER CHI ASSUME IN NERO LAVORATORI STRANIERI

SANZIONI PER CHI ASSUME IN NERO LAVORATORI STRANIERI

“L’approvazione di uno schema di decreto finalizzato al recepimento della Direttiva 52 del 2009 che punta a stabilire norme minime relative a sanzioni ed a provvedimenti nei confronti di datori di lavoro che impiegano cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare, è una notizia positiva che va nella direzione auspicata dalla Cisl che proprio in materia di rimozione delle discriminazioni e misure di contrasto al lavoro irregolare, ha da tempo avanzato proposte concrete oggetto di confronto anche al “Tavolo Immigrazione”, istituito a seguito di un incontro con il Ministro Riccardi”.
Lo dichiara in una nota Liliana Ocmin, Segretario confederale Cisl. “Il fenomeno dello sfruttamento sul lavoro è una pratica ignobile, ecco perché proprio la Cisl, con riferimento ai casi più gravi – continua Ocmin – auspica un impegno che deve andare oltre la mera sanzione ai mercanti di braccia evitando così che a pagare il prezzo più alto con la espulsione siano proprio le vittime. Per incentivare l’emersione del dilagante fenomeno del lavoro nero è necessario coinvolgere in primis le vittime, perché la legalità passa anche attraverso il coinvolgimento di chi viene sfruttato e talvolta anche schiavizzato.
L’applicazione della direttiva sarà tanto più efficace quanto più si creeranno condizioni favorevoli ed opportunità per far emergere il lavoro irregolare che oltre a negare i diritti ai lavoratori incentiva la cultura dell’illegalità, l’evasione fiscale e impedisce la crescita del Paese. La vera integrazione dei lavoratori e lavoratrici immigrati e delle loro famiglie, come per gli italiani, passa attraverso la definizione di norme chiare ed esigibili atte a dare dignità al lavoro. In questo senso guardiamo con interesse agli interventi ipotizzati nel suddetto schema di decreto che, tra le misure sembrerebbe contemplare, in aggiunta ad un sistema sanzionatorio, un permesso di soggiorno di durata temporanea per lo straniero che denuncia o coopera nel procedimento penale nonché una programmazione annuale dell’attività di vigilanza sui luoghi di lavoro e comunicazione annuale da parte del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali alla Commissione Europea.
Come Cisl vigileremo attentamente l’iter di tale provvedimento ora sottoposto al parere delle Commissioni parlamentari perché è nostro obiettivo contribuire alla definizione di misure e norme efficaci in favore del lavoro regolare degli immigrati come degli italiani. In questo senso, ribadiamo che il recepimento della Direttiva 52 è un fatto auspicabile in quanto lo strumento legislativo se bene impostato può aprire la possibilità ad una fase transitoria di emersione dal lavoro irregolare in favore di coloro che, soprattutto con riferimento ad alcuni settori produttivi, sono rimasti fuori dalla regolarizzazione selettiva del 2009 pensata esclusivamente per il mondo di colf e badanti”.
“La Cisl – conclude Ocmin – resta in prima linea a difesa del lavoro contro l’illegalità e il sommerso e della promozione dell’unità familiare che restano pilastri fondamentali alla base della coesione sociale e della integrazione tra immigrati e italiani”.
(dal sito www.conquistedellavoro.it)

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