Continua ad aumentare la disoccupazione in Italia raggiungendo livelli record. A dicembre il numero di disoccupati in Italia, secondo quanto reso noto oggi dall’Istat, ha raggiunto quota 2 milioni e 243mila: si torna così ai livelli di disoccupazione di dieci anni fa. L’esercito dei disoccupati è dunque in forte aumento e torna ai livelli del primo trimestre del 2001 se si prendono in considerazione le serie storiche trimestrali dell’Istituto di statistica.
Su base annua il rialzo è del 10,9%: il valore maggiore da gennaio 2004, e se si fa riferimento alle serie trimestrali si torna a 10 anni fa. Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) è al 31%, in calo di 0,2 punti percentuali su novembre, ma in aumento di 3 punti su dicembre 2010.
Insomma, guardando alle serie storiche mensili dell’Istat (che iniziano con gennaio del 2004) non era mai accaduto che il tasso di disoccupazione dei ragazzi tra i 15 e i 24 anni stazionasse su questi livelli. Qualche anno fa la situazione era molto diversa, ovvero migliore, soprattutto nel 2007, quando il tasso di disoccupazione giovanile oscillava tra il 19% e il 21%.
Il tema sarà tra quelli trattati nel prossimo incontro tra Governo e parti sociali sulla riforma del mercato del lavoro che si terrà giovedì mattina alle 10.30 a palazzo Chigi. La convocazione, anticipata dal ministro del Lavoro, Elsa Fornero, è firmata dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà. Prima però, i leader di Confindustria, Cgil, Cisl e Uil, Emma Marcegaglia, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti si vedranno tra di loro, in un incontro informale fissato per domani alle 9,30 nella foresteria dell’associazione degli industriali in Via Veneto. Dopo la riunione tra Confindustria e sindacati non sono poi esclusi contatti ed eventuali incontri con le altre parti sociali.
Dai dati Istat emerge che in Italia quasi un giovane su tre, di coloro che partecipano attivamente al mercato del lavoro, è disoccupato. I più penalizzati, a dicembre, sono gli uomini: il tasso di occupazione maschile si attesta al 67,1%, dato più basso dal primo trimestre del 1999, mentre il tasso di disoccupazione maschile sale all’8,4%, dato più alto sempre dal primo trimestre del 1999.
Il tasso italiano, all’8,9%, è inferiore alla media Ue-27 del 9,9%. In Spagna il dato è fermo al 22,9%, in Germania al 5,5% ed in Francia al 9,9%. Ma la disoccupazione giovanile resta il primo dei problemi a livello europeo, come ha sottolineato un portavoce della Commissione europea per il quale occorre “agire ora”, aggiungendo che “è inaccettabile che ci sia un livello così allarmante di giovani senza lavoro”.
Giovani che trovano porte chiuse anche nelle grandi imprese dove, sempre secondo l’Istat,a novembre l’occupazione, al lordo dei dipendenti in cassa integrazione, è scesa dello 0,1% rispetto a ottobre (dato destagionalizzato), mentre al netto della cig segna un calo dello 0,4%. Si allunga così la lunga serie di cali su base tendenziale. Mentre ad aumentare è l’incidenza delle ore di cassa integrazione guadagni utilizzate a novembre (+0,7 ore ogni mille rispetto a novembre 2010) a quota 32,1 ore ogni mille ore lavorate.
(dal sito www.conquistedellavoro.it)