Il 27 gennaio è la giornata dedicata alla memoria dell’Olocausto. In quel giorno del 1945, 75 anni fa, le truppe alleate sono entrate nel campo di concentramento di Auschwitz, liberando i prigionieri superstiti. I nazisti hanno eliminato un totale di circa sei milioni di ebrei, omosessuali, rom e oppositori politici.
Vogliamo ricordare e commemorare le vittime della Shoah pubblicando il testo di una poesia di Edith Bruck, ebrea ungherese, sopravvissuta alla barbarie nazista, narratrice e poetessa naturalizzata italiana.
IL SEGNO
Morì d’impotenza
si potrà scrivere sulla mia tomba
chissà dove, non è detto che uno muore
nel luogo in cui è nato o vive
si può essere dovunque
in quell’ora incerta
non ci sono terre cattive e terre buone
vorrei però come segno una piccola stella
a sei punte come quella che da bambina
brillava sul cappottino liso
incidetela ben bene nella pietra
come l’hanno incisa in me sulla mia pelle
nella mia carne nelle mie viscere
e se ci sarà un’altra vita
sarò una stella gialla
per ricordare che c’era una volta
Auschwitz.