A Genova, giovedì il 26 e venerdì 27 gennaio il Progetto San Francesco metterà a punto idee, proposte e impegni contro le infiltrazioni delle cosche nel mondo del lavoro e della società. L’obiettivo finale è scrivere un documento in 150 punti da consegnare nelle mani di Maria Falcone a Palermo il 23 maggio, ventesimo anniversario della strage di Capaci, indirizzandolo anche al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Aderiscono Cisl, Filca Cisl (sindacato delle costruzioni), Fiba Cisl (il sindacato dei lavoratori delle banche e delle assicurazioni), Siulp (il più importante sindacato della Polizia di Stato), Comune di Cermenate (Co) – dove ha sede, in in una villa confiscata alla ‘ndrangheta, il Centro Studi del Progetto San Francesco – e le associazioni Libera e Aiesec.
La redazione della Carta contro le mafie aprirà i lavori il 26 e 27 gennaio nel Sacro Convento di Nostra Signora del Monte e proseguirà in modo itinerante fino al 25 aprile con successivi appuntamenti in Liguria, Toscana e Lombardia.
“Oggi la crisi sta mostrando tutta la debolezza del modello sociale fondato sulla speculazione finanziaria e sull’evasione di responsabilità programmatiche per lo sviluppo, e tra queste debolezze certamente c’è l’indifferenza della politica nella lotta alle mafie – spiega Salvatore Teresi, segretario Generale della Filca Cisl ligure e principale organizzatore della due giorni – adesso serve utilizzare i capitali dei boss per rinforzare gli ammortizzatori sociali e per sviluppare ancor di più la rete dei beni confiscati alle cosche per sviluppare imprese sociali, solidali, responsabili e sostenibili. Occorre che la Liguria sia d’esempio per una nuova governance in difesa dell’ambiente, a prevenzione sia dei terribili danni provocati dalle alluvioni, sia per impedire i successivi appetiti criminali che lo stato d’emergenza potrebbero facilitare. Inoltre in questa regione esistono importanti esempi di attenzione, come i protocolli di legalità firmati in prefettura a Genova, con il Comune e Confindustria. Potremmo iniziare da qui, chiedendo un protocollo regionale di responsabilità sociale antimafia, firmato però anche dalle imprese edili, dai sindacati e dagli istituti di credito più importanti, con al centro sempre il ruolo di garanzia e di guida della Prefettura”.
L’edilizia e le banche, colpite entrambi dalla crisi, sono tra i maggiori ambiti di contaminazione mafiosa: a patire il ricatto criminale e l’economia del disonore sono innanzitutto i lavoratori. “A maggiore tutela dei lavoratori chiediamo che il caporalato divenga reato associativo grave, equiparando lo sfruttamento delle persone ai traffici tipici mafiosi e quindi le pene per i caporali devono essere come nei casi di 416bis. questo consentirebbe di sviluppare un fondo strategico di sostegno straordinario per i lavoratori ricattati dalle mafie anche se travestite da caporali presentabili” sottolinea Teresi , rilanciando l’allarme sulle oggettive difficoltà di riconoscere il reato mafioso in modo diretto e quindi a tutela dei lavoratori sotto minacce.
ll Progetto San Francesco, insieme a tutte le associazioni e istituzioni coinvolte, intende sottolineare che si deve entrare in una nuova fase della lotta alla criminalità organizzata: “Siamo chiamati ad una nuova stagione dell’antimafia, successiva all’iniziale epoca degli eroi e dei pionieri e alla più recente delle denunce culturali: adesso serve il momento della responsabilità e della coesione sociale, tutti i soggetti storicamente attivi e nuovi devono produrre proposte e impegni che interrompano il circuito sociale negativo del consenso mafioso – sostiene Alessandro de Lisi, Direttore del Centro Studi contro le mafie del Progetto San Francesco – a partire dal microcredito contro l’usura, con la formazione permanente e mista tra giovani, imprenditori e sindacati, con nuovi strumenti legislativi che semplifichino gli obblighi delle imprese come le white list o la patente a punti”.
La redazione dei “150 punti contro le mafie” è aperta a tutti. Si può partecipare attraverso la pagina Facebook del Progetto San Francesco, oppure via mail scrivendo all’indirizzo filca.liguria@cisl.it e a delisi.progettosanfrancesco@gmail.com.
Il Progetto San Francesco è nato su iniziativa di Filca, Fiba Cisl e Siulp per promuovere la cultura della legalità tra i lavoratori e produrre nella società civile i necessari anticorpi per respingere le infiltrazioni malavitose dei clan.