Maria Falcone, il procuratore di Reggio Calabria Giuseppe Pignatone, il segretario nazionale della Cisl Raffaele Bonanni, il presidente di Confindustria Sicilia Ivan Lo Bello, l’avvocato Umberto Ambrosoli, il presidente di Banca Popolare Etica Ugo Biggeri e il direttore del quotidiano “La Stampa” Mario Calabresi lanceranno lunedì a Milano, nella sede della Camera di Commercio Svizzera, la raccolta fondi per il recupero della villetta confiscata alla ‘ndrangheta a Cermenate, dove il Comune e il Centro Studi sociali contro le mafie “Progetto San Francesco” (voluto da Filca, Fiba Cisl e Siulp) realizzeranno la prima scuola europea di alta formazione sul fenomeno della criminalità organizzata.
Questa casa, un laboratorio dove forgiare la cultura della legalità, sarà il simbolo della voglia di rivincita della società civile nei confronti della prepotenza dei clan, che stanno ormai corrodendo il tessuto economico del Nord e della Lombardia in particolare. Sarà un luogo aperto a tutti, dove lavoratori, studenti e pensionati, potranno riflettere e studiare il pericoloso fenomeno, “vaccinandosi” con gli anticorpi necessari per resistere al contagio mafioso.
Per dare forma in modo rapido e concreto all’idea, con la collaborazione di Banca Popolare Etica, sarà avviata una sottoscrizione che permetterà di finanziare i necessari lavori di ristrutturazione dell’edificio.
“Vogliamo contribuire alla lotta alle mafie con un progetto di aggregazione sociale e di attenzione sindacale – spiega Battista Villa, presidente del Centro studi sociali contro le mafie “Progetto San Francesco” – Un passo alla volta, dobbiamo rompere il patto mortale tra economia mafiosa e finanza, tra imprese criminali e politica allegra. Serve un patto tra istituzioni, imprese, banche e associazioni per ricostruire il tessuto di solidarietà che questa crisi ha ulteriormente indebolito. Serve una nuova strategia sociale del credito alle imprese perbene e alle famiglie. Servono la certificazione antimafia per tutti i realizzatori delle opere di pubblico interesse, una white list per le imprese responsabili, una rete di microcredito per i lavoratori in difficoltà e sotto ricatto usuraio. E’ necessario e urgente rompere il patto tacito tra evasione fiscale e criminalità organizzata, a favore di una nuova strategica responsabilità sociale nel mondo del lavoro. Non occorre aspettare nuove leggi, basta la volontà di scrivere insieme un nuovo contratto sociale contro le mafie in Lombardia e in Italia”.