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CALABRIA, LA FILCA CONTESTA I DATI SUL SOMMERSO NELLA REGIONE

CALABRIA, LA FILCA CONTESTA I DATI SUL SOMMERSO NELLA REGIONE

Un’immagine della presentazione del Rapporto al Cnel

È l’edilizia uno dei settori dell’economia calabrese nel quale il ricorso al lavoro nero è maggiormente diffuso. È quanto emerge dal VII Rapporto sul sommerso nella Regione, presentato al Cnel di Roma nei giorni scorsi. Dal Rapporto si evince che i lavoratori irregolari nel 2010 sarebbero circa 142mila distribuiti nei diversi settori; un numero in calo rispetto agli anni precedenti, ma che comunque rappresenta una grossa fetta dell’economia calabrese, tra il 16 ed il 17% del Prodotto interno lordo.
“Se i dati  negativi in Calabria permangono ancora a questi livelli e non si lavora per un’inversione di tendenza – dichiara Luciano Belmonte, segretario generale della Filca-Cisl Calabria – per la comunità calabrese non ci sarà futuro. I dati dell’ultimo rapporto Svimez 2011 stridono palesemente con i trionfalismi del Presidente Giuseppe Scopelliti e dell’assessore al lavoro Francescantonio  Stillitani della giunta calabrese. Per l’Istituto infatti la sofferenza endemica dell’economia Calabrese vede negli ultimi tre anni un ulteriore calo del Pil pari al 4,6 % con una lieve controtendenza pari allo 0,02 % nel 2010, ragion per cui, se la situazione come tutti ben conosciamo era storicamente critica dal punto di vista socio/economico, con la crisi è stato assestato un ulteriore duro un colpo alla già fragile economia Calabrese. L’economia sommersa , il lavoro nero, e la sotto-occupazione – aggiunge Belmonte – rimangono per la Calabria un serio problema ed appartengono ad una lunga serie di fenomeni negativi tra cui la criminalità organizzata. Problemi che creano un vero e proprio allarme sociale a causa delle altissime percentuali diffuse in tutto il territorio”.
“Sul Rapporto presentato al Cnel – prosegue – avrei perplessità, sia dal punto di vista del metodo che del merito. I dati non fotografano la realtà economica, politica e sociale della Calabria. Altro che trionfalismi politico-demagogici! Molte volte, i cattivi ambasciatori siamo proprio noi calabresi, sono i nostri rappresentanti politici. Credo che sia necessaria, oltre che un’inversione di tendenza economica, anche una vera ricostruzione della Calabria eticamente credibile perché da decenni la nostra amata Regione è vittima del mal costume e della cattiva gestione della cosa pubblica. Se solo per un attimo focalizzassimo la nostra attenzione sul settore dell’edilizia – sottolinea Belmonte – ci renderemmo conto  come dall’inizio della crisi si sono persi oltre 6500 posti di lavoro con un calo dei versamenti  nelle Casse Edile che oscilla tra il 25 ed il 30%, una vera e propria catastrofe. Dal rapporto inoltre emerge che prima del 2010 la disoccupazione era pari al 14,6 % e che grazie all’azione del Governo in Calabria tale dato è migliorato del 3%: in Calabria, quindi, a fine 2010 la disoccupazione si assesterebbe all’11,6 %. Se teniamo in considerazione il livello di disoccupazione Italiano pari all’8,6 % mancano solo tre punti percentuale per raggiungere i livelli Nazionali, con la benedizione del Presidente Scopelliti e dell’assessore al lavoro Stillitani: come per dire, siamo arrivati a livello di disoccupazione degli altri ‘anche con artifici’, quindi sappiamo governare”.
“Non ci si rende ancora conto che per far uscire la Calabria dalla crisi bisogna invertire la marcia attraverso un’azione strutturale e di sistema : la Filca – secondo il segretario generale della Filca Calabria – non solo attraverso gli Stati Generali delle Costruzioni, ha fatto concrete proposte per rilanciare il settore,  ha messo in campo tutte le energie e le idee a difesa dell’occupazione e del lavoro regolare e per proporre alla Politica soluzioni al fine di debellare i fattori negativi del settore, tra cui il lavoro nero. Continuando su questa strada rischiamo di non mantenere la coesione sociale, bisogna costruire un Paese su valori comuni attraverso l’osservanza delle Leggi e dei contratti di lavoro: chi non osserva la Legge e i contratti  attuando forme di economia sommersa, evasione fiscale e lavoro nero mina alla base la coesione sociale ed estromette migliaia di cittadini uomini e donne dall’inclusione sociale. E’ su queste basi – conclude Belmonte – che il sindacato calabrese si vuole confrontare con la politica per dare speranza ai giovani e alle future generazioni”.

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