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EDILIZIA, E' BOOM PER LAVORO NERO E FALSI LAVORATORI AUTONOMI

EDILIZIA, E' BOOM PER LAVORO NERO E FALSI LAVORATORI AUTONOMI

Ci sono due voci, nel settore dell’edilizia, che non solo non accusano i colpi inferti dalla crisi, ma che addirittura nella crisi fanno registrare segni più che positivi: sono il lavoro nero e i falsi lavoratori autonomi. È quanto emerso a Parma nel corso del Convegno nazionale della Cnce, la Commissione nazionale delle Casse edili. “Il tasso di lavoro irregolare – ha dichiarato Franco Turri, vicepresidente della Cnce e segretario nazionale della Filca-Cisl – purtroppo è tornato a crescere, portandosi nel 2010 al 10,5% contro il 10,1% del 2007. Gli effetti dell’introduzione del Durc restano, ma è bene non sottovalutare questo campanello d’allarme. Inoltre registriamo negli ultimi anni un vero boom dei lavoratori autonomi, a fronte di un deciso calo dei dipendenti. Un dato che ci preoccupa – spiega Turri – perché si tratta in realtà di lavoratori subordinati costretti a diventare falsi autonomi sotto il ricatto dei datori di lavoro, che in questo modo risparmiano sui contributi”. Un fenomeno che ha portato la Filca a chiedere, da tempo, la parificazione delle aliquote contributive tra il lavoro autonomo e quello subordinato.

Il Convegno è stato l’occasione per ripensare il sistema bilaterale, con proposte anche coraggiose: “La metà delle Casse edili in Italia – ha ricordato Turri – ha meno di tremila addetti, una soglia sotto la quale difficilmente l’ente regge. È bene allora riflettere sulla possibilità di una revisione interna dei nostri enti paritetici, Casse edili, Scuole edili e Cpt, valutando la possibilità di una unificazione dei servizi, senza ricorrere ad accorpamenti. Inoltre è bene – ha detto – che il sistema sia davvero al servizio di tutto il settore perché oggi a fronte degli 800mila iscritti in Cassa edile, restano esclusi i 650mila lavoratori autonomi e gli oltre 200mila impiegati”. Turri ha lanciato anche una provocazione: “E se fossero le stesse risorse presenti in categoria a finanziare e rilanciare il settore?”. L’esempio citato è quello dei cosiddetti “bond Brianza”, un prestito obbligazionario promosso da Confindustria Monza, Banca Popolare di Bergamo e Consorzio fidi province lombarde. Ma in questo caso invece che dai risparmiatori le risorse arriverebbero dagli stessi lavoratori, dal momento che i Fondi di riserva presenti oggi nel sistema delle Casse edili ammontano a 494 milioni di euro.

Per il settore, dunque, sono momenti cruciali. Lunedì è in agenda un altro appuntamento importante: le parti sociali presenteranno al Ministero del Lavoro l’avviso comune sulla Patente a punti. Un documento al quale hanno aderito anche alcune sigle del mondo dell’artigianato, in un primo momento restie a firmare. Alla ‘due giorni’ di Parma è intervenuto anche Domenico Pesenti, segretario generale della Filca-Cisl: “Per rilanciare l’attività edile e per lo sviluppo del settore bisogna innanzitutto alleggerire il Patto di stabilità, e poi incentivare il recupero edilizio finalizzato al risparmio energetico, potenziando il sistema degli incentivi fiscali. Questo – a detta del leader della Filca – produrrebbe molti più effetti del Piano casa, che è fine a se stesso, e premierebbe le imprese regolari”. Pesenti non si è risparmiato un commento sarcastico sul Piano per le infrastrutture, presentato dal viceministro Roberto Castelli a Confindustria, Ance, Anas, Fs: “È davvero curioso che il documento non dica nulla sul fatto che l’Anas non ha più i soldi per pagare lavori già fatti, gettando così sul lastrico le ultime, pochissime grandi imprese di costruzioni rimaste in Italia”.

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