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PESARO, SCIOPERO E PRESIDIO ALLA BERLONI

PESARO, SCIOPERO E PRESIDIO ALLA BERLONI

Uno sciopero a metà. Erano poco più di 200, su un totale di 400, i lavoratori del Gruppo Berloni che questa mattina, a Pesaro, hanno aderito allo sciopero ed al presidio organizzati da Filca-Cisl e Fillea-Cgil. “Ha prevalso la paura di perdere il posto di lavoro e di essere ‘etichettati’ dai vertici dell’azienda”, commenta amaro Paolo Ferri, componente di segreteria della Filca pesarese. Eppure la mobilitazione è considerata perfettamente riuscita, nonostante l’adesione non sia stata massiccia,: “Il nostro obiettivo era sensibilizzare le istituzioni – spiega Ferri – e la presenza di Matteo Ricci, Presidente della Provincia di Pesaro, è la dimostrazione che chi ci governa ha preso sul serio la situazione del Gruppo e le conseguenze che l’annunciato esubero di 170 dipendenti avrebbe sulle famiglie e sul territorio”.

Un lento ma inesorabile declino, quello del Gruppo Berloni, leader nella produzione di cucine. Una storia familiare iniziata negli anni ’60 e che ha conosciuto il boom nella seconda metà degli anni ’90, quando si producevano più di 250 cucine al giorno. Poi la crisi, che non ha risparmiato neanche un marchio storico come quello marchigiano. Dopo le iniziative odierne un primo risultato, per fortuna, è già arrivato: “Il tavolo di crisi – a detta del sindacalista – sarà allargato anche a Confindustria ed ai sindacati. La prima proposta che abbiamo avanzato è quella di prevedere sgravi fiscali per gli imprenditori che vorranno assumere il personale che secondo il piano industriale della Berloni sarebbero in esubero. Tra questi c’è la quasi totalità dei dipendenti della ‘Giorno Notte’, azienda presso la quale si è tenuto il presidio. La Berloni, infatti, intende smantellare gli stabilimenti che non sono direttamente collegati alla produzione di cucine, proprio come la ‘Giorno Notte’. Una decisione che ci mette in apprensione non solo per i dipendenti considerati in esubero ma per il futuro dello stesso Gruppo Berloni”.

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