CERMENATE, LA "NUOVA VITA" DELLA VILLA DELLA ‘NDRANGHETA

CERMENATE, LA "NUOVA VITA" DELLA VILLA DELLA ‘NDRANGHETA

Da bene della mafia a centro per la legalità. La storia della villa di via Di Vittorio a Cermenate, in provincia di Como, è una di quelle che dà speranza e coraggio. Sabato scorso le chiavi della villa confiscata alla ’ndrangheta sono state consegnate dal ministro Roberto Maroni a Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, e padre Antonio Garau, del progetto Jus Vitae. Nella villa, infatti, sorgerà un centro di alta formazione contro le mafie, dedicato a Giorgio Ambrosoli, ucciso dalla mafia a Milano nel 1979, e gestito da Jus Vitae, dal comune di Cermenate e dal Progetto San Francesco, l’ambizioso programma antimafie animato dai sindacati Cisl delle costruzioni (Filca), dei bancari (Fiba) e della Polizia di Stato (Siulp).

Maroni ha ricordato che “la Lombardia è la quarta regione per beni confiscati, e quindi sbaglia chi sottovaluta il rischio di infiltrazioni mafiose nella regione”. Bonanni ha sottolineato “il forte impegno dei sindacalisti del nord e del sud e la speranza e l’impegno della comunità cermenatese contro il cancro del malaffare. Il Centro – ha detto il numero uno della Cisl – sarà un luogo di documentazione dove sarà possibile scambiarci idee ed esperienze con una forte azione propositiva”. “Il Centro è il primo in Europa”, ha ricordato Alessandro De Lisi, responsabile delle attività. “Particolare attenzione sarà riservata ai giovani e agli amministratori locali, alle imprese e alle istituzioni del territorio”.

Per Domenico Pesenti, segretario generale Filca, “la battaglia contro la criminalità si vince solo se è tutta la comunità, nessuno escluso, che affronta il pericolo mafioso. La nostra azione è triplice: tutelare le imprese oneste, assicurando la leale concorrenza; tutelare la retribuzione e la sicurezza dei lavoratori; assicurare la qualità del costruito e, non da ultimo, impegnarsi per la libertà, la democrazia e la convivenza”. Nel suo intervento Felice Romano, segretario generale del Siulp, ha detto che “oggi consegniamo una speranza al futuro, alle nuove generazioni. Come diceva Falcone, ‘la mafia vince solo quando isola”. Per Giuseppe Gallo, segretario generale della Fiba, “Cermenate apre orizzonti di impegno etico e di impegno civile. Il presidio della democrazia – ha detto – appartiene al ruolo ed alla missione delle organizzazioni sindacali”. All’iniziativa era presente anche Giuseppe Pignatone, procuratore capo della Dda di Reggio Calabria e già coinvolto in numerose iniziative del Progetto San Francesco: “Il vero pericolo per la società è il silenzio degli onesti; ebbene, oggi gli onesti hanno parlato”, ha esordito citando Martin Luther King. “La repressione non basta, ci vuole l’impegno di tutta la società civile”.

Sono stati molti, nel corso degli interventi, i riferimenti al 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia, come quello di Padre Garau: “Oggi nord e sud si riprendono per mano con fatti concreti, perché Cermenate si lega con Ciaculli”, (frazione di Palermo in cui sorgono un agrumeto ed un edificio, confiscati alla mafia e consegnati ad un progetto di recupero sociale, ndr). Toccante il discorso di Umberto Ambrosoli, figlio di Giorgio, per il quale “nel sindacato si possono sviluppare gli strumenti in grado di ‘vedere prima’ che si materializzino e si radichino i clan”.

All’iniziativa, una vera festa di paese con tanto di banda e sfilate, erano presenti centinaia di cermenatesi, alcune scolaresche giunte da Palermo, i segretari generali della Cisl Lombardia, Gigi Petteni, e Cisl Sicilia, Maurizio Bernava, e i segretari generali delle sigle coinvolte (Filca Sicilia e Lombardia e Fiba e Siulp Lombardia). La cerimonia è stata seguita anche da Edmondo Bruti Liberati, procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Milano. Una presenza che, insieme al messaggio del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, costituisce un prestigioso suggello all’iniziativa.

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