La Cisl, insieme alle altre organizzazioni sindacali ed attraverso l’osservatorio bilaterale del legno già in funzione, avvierà nei prossimi giorni un censimento su tutte le aziende Federlegno, chiedendo quali figure professionali necessitano nel settore da qui a tre anni. Sulla base dei dati raccolti verranno predisposti progetti formativi mirati a quei soggetti indicati come necessari. Non più formazione in generale quindi, ma piuttosto qualcosa di mirato che tenga conto delle realtà industriali e delle figure professionali. Lo annuncia Paolo Acciai, segretario nazionale Filca-Cisl con delega al settore Legno. “Oggi – dice il sindacalista Cisl – si salvano dalla crisi quelle aziende che non fanno prodotti omologati ma piuttosto rispondono al mercato; aziende che hanno capacità di percepire ciò che il mercato chiede, che sanno e possono puntare sulla personalizzazione del prodotto. Ormai “vince” chi realizza il prodotto a basso costo e quindi Cina, Oriente ed altri Paesi con analoghe caratteristiche”.
“La nostra impresa – afferma Acciai – paga il fatto di essere vecchia di mentalità e di non volersi confrontare con la ricerca, né da quello di positivo che potrebbe venire dal sindacato”. Come l’osservatorio detto sopra. “Ma bisognerebbe persino fare molto di più rispetto a questo; creare un momento dove le parti inizino a costruire un contratto del benessere, ovvero le migliori condizioni che si possono costruire all’interno dell’azienda”. “Nuove relazioni sindacali”, invoca il segretario Filca-Cisl, che non risparmia qualche critica a Federlegno circa la mancanza di fornitura di dati proprio sull’occupazione nel settore. “Sembra essere complicato avere questi dati – dice – che nemmeno Federlegno riesce a darci. Segno che non cura abbastanza il dato occupazionale”. E lancia un’esortazione ai vertici della rappresentanza industriale mobiliera: “curi maggiormente le relazioni sindacali. Non si può vivere soltanto di Fiere. Abbiamo chiesto un anno fa un incontro per conoscere la situazione del settore e non ci hanno ancora risposto. Ci va bene il rilancio sociale, l’ambiente. Ma questa è la vetrina rispetto alla realtà; gli interessi veri sono altri”.