8 MARZO IN CANTIERE: FEDERICA E GIADA, EDILI ACROBATICHE

8 MARZO IN CANTIERE: FEDERICA E GIADA, EDILI ACROBATICHE

Ma chi l’ha detto che nei cantieri edili lavorano solo uomini? Federica e Giada non solo sono due muratrici, ma lavorano a Siena in una azienda nazionale specializzata nell’utilizzo della doppia fune di sicurezza per calarsi dai tetti ed eseguire lavori edili sulle facciate dei palazzi, evitando così i ponteggi o le piattaforme aeree.
“Ho 22 anni – dice Federica – sono romana ma vivo in Toscana da anni. Ho fatto il Liceo Artistico e poi, insieme a Giada, ho frequentato un corso di formazione sulla decorazione edile presso la scuola edile senese. Una esperienza che mi ha cambiato la vita e che mi ha permesso di iniziare a lavorare con ‘EdiliziAcrobatica’. Questo lavoro non è un ripiego – mi spiega con l’entusiasmo dei suoi 22 anni – ma una occupazione che spero diventi definitiva, per tutta la vita. L’azienda crea molti stimoli per fare carriera, e qui mi trovo bene”.
Molto positivo anche il rapporto delle due ragazze con i loro colleghi uomini: “Non posso davvero lamentarmi – racconta Giada, veneziana, 36 anni – e sono rimasta stupita nel non riscontrare alcun pregiudizio dei maschi nei nostri confronti. L’ambiente di lavoro è caratterizzato da armonia e serenità, non c’è alcuna discriminazione nei nostri confronti ma neanche nessun ‘privilegio’”. La frequenza del Corso presso la Scuola edile di Siena consente alle due muratrici di eseguire lavori che comportano il placet della Soprintendenza: “Questo lavoro ci ha permesso di riscoprire l’arte – dichiara Federica – ma necessita anche di una notevole forza fisica, e all’inizio non è stato facile”.
Invece Giada ha avuto un altro timore: “La mia età all’inizio ha rappresentato un problema per me, temevo di non farcela. Poi, grazie anche all’incoraggiamento di mio marito, sono riuscita a vincere questa sfida. A casa ho spiegato ai miei due figli di 6 e 8 anni qual è il mio lavoro, ma non sembrano aver capito. Un giorno li porterò sul cantiere così vedranno la mamma calarsi con le funi dal tetto”. 

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