L’inserimento di norme ad hoc nei contratti dei settori interessati, una intensa attività formativa, il finanziamento di tirocini lavorativi e l’adesione alle campagne della Bwi e della Cisl. Sono alcune delle azioni della Filca-Cisl in una battaglia purtroppo ancora da vincere: l’eliminazione della violenza contro le donne. “Nei contratti dei nostri settori – spiega il segretario generale Franco Turri – abbiamo ottenuto l’inserimento di Codici di condotta da adottare nella lotta contro le molestie sessuali e il mobbing e congedi retribuiti di 3 mesi fruibili in 3 anni per le lavoratrici vittime di violenza inserite in percorsi di recupero, con la possibilità di part-time reversibile al loro rientro in azienda. Ma il nostro impegno è molto intenso anche a livello territoriale, con il recepimento da parte di alcuni contratti integrativi dell’Accordo quadro sulle molestie. Oggi, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, vogliamo ribadire lo sforzo di porre in essere tutti gli strumenti a nostra disposizione per contrastare questa piaga, purtroppo ancora diffusa. Anche sul fronte della formazione ci siamo sempre distinti per una grande sensibilità su questo tema: ricordo ad esempio l’attività formativa rivolta agli Rlst Filca sui temi della prevenzione e contrasto delle molestie e della violenza nei luoghi di lavoro, il finanziamento di tre tirocini lavorativi nell’ambito del progetto di sostegno al reinserimento lavorativo rivolto a donne in uscita dai percorsi di violenza, attraverso una donazione di 10 mila euro all’Associazione Nazionale D.i.Re., Rete dei Centri Antiviolenza. Ma la Filca è anche impegnata attivamente nelle campagne di sensibilizzazione della Bwi, “Stop Gender Based Violence at Work”, e della Cisl, attraverso il Coordinamento Donne “Together be Happy at work”, e sostiene la ratifica della Convenzione ILO 190/2019 sull’Eliminazione delle molestie e della violenza nel mondo del lavoro. Vogliamo ottenere la massima protezione e tutela di tutti i lavoratori, e questo non solo nei luoghi di lavoro in senso stretto ma anche dove si fanno le pause, nel tragitto casa-lavoro, durante le trasferte, i corsi di formazione, gli eventi, ma anche nelle chat di WhatsApp. Si tratta di una battaglia culturale che deve vedere in prima linea uomini e donne insieme, uniti”, conclude Turri.