Si sono riuniti in data 20 dicembre 2012 presso l’hotel San Michele in Caltanissetta, i Consigli Generali della Filca Cisl di Agrigento, Caltanissetta ed Enna con al timone i Segretari Generali Antonino Augello e Francesco Iudici. I lavori sono stati presieduti da Santino Barbera, Segretario Generale Filca Cisl Sicilia. Le conclusioni sono state affidate al Segretario Nazionale Filca Cisl, Salvatore Scelfo. Ai lavori hanno partecipato anche il Vice Reggente UST Cisl Agrigento Salvatore Montalbano, il Segretario Generale UST Cisl Caltanissetta, Emanuele Gallo e il Segretario Generale Ust Cisl Enna, Tommaso Guarino.
I Consigli Generali hanno approvato all’unanimità l’ordine del giorno riguardante l’unificazione territoriale di Agrigento, Caltanissetta ed Enna: il primo congresso territoriale della Filca Cisl “Agrigento Caltanissetta Enna” sarà celebrato il 9 febbraio 2013 presso l’hotel San Michele in Caltanissetta. Antonino Augello ha sottolineato lo stato di lacerazione della società determinato dalla crisi che ha dilaniato le famiglie italiane e le imprese: responsabilità diffuse della politica che chiede sacrifici agli italiani senza rinunciare ai propri interessi di bottega. In sostanza la casta –ha ribadito Augello- dovrebbe guardare al proprio portafoglio senza spremere ulteriormente i lavoratore e i pensionati.
Franco Iudici ha sottolineato il dramma che vivono le famiglie: prima c’era il problema di arrivare a fine mese –ha ribadito- adesso le famiglie non sanno come iniziare quello successivo perché non hanno più soldi per tirare avanti. Il tema delle infrastrutture –secondo Iudici-, resta il nodo cruciale di questa fetta di Sicilia: la Nord Sud “Santo Stefano di Camastra-Gela” (tanto a-gognata da circa quarant’anni) è ancora una chimera, la strada statale 640 Agrigento-Caltanissetta (con tanto di posa della prima pietra il 16 aprile scorso), strategica per la viabilità regionale, è finora caratterizzata dalla richiesta di Cas-sa Integrazione Guadagni Ordinaria.
Il processo di sviluppo e di cambiamento –continua Iudici- si determina anche con una lotta senza confine al lavoro nero ed irregolare, perché la legalità contrattuale, la legalità contributiva, diventino regole di vita quotidiana e non temi da seminario o conventions più o meno noiosi e petulanti. Non si può tollerare, infatti, la cresta sulla busta paga del lavoratore, è assolutamente inammissibile: devono essere espulse dal ciclo produttivo le aziende che esercitano una vera e propria estorsione ai danni del lavoratore. Infine il monito alla politica. La lezione del corpo elettorale del 28 ottobre –dice Iudici- in Sicilia, rimarrà indelebile: è rimasto a casa il voto strutturato quello che faceva da collante tra il candidato e l’elettore. Prima l’aspirante onorevole prometteva prebende ad amici e parenti, oggi non ha più nulla da promettere: i rubinetti dei soldi pubblici sono a-sciutti, non erogano più denaro.
Tommaso Guarino è intervenuto in nome ed in rappresentanza delle Ust di Agrigento, Caltanissetta ed Enna, soffermandosi sul progetto di riorganizzazione della Cisl per una struttura più in linea con le nuove dinamiche sociali. Lo stesso Guarino ha evidenziato la necessità di estendere la zona franca urbana di Caltanissetta alle province di Agrigento ed Enna. La crisi negli ultimi anni -ha detto Tommaso Guarino-, ha acuito maggiormente il dramma di centinaia di famiglie che vivono in uno stato di povertà aggravato a volte dalla solitudine e dall’abbandono sociale. Bisogna invertire la rotta traghettando questa macro area verso approdi più sicuri. Ecco, perché, la zona franca diventa una proposta concreta per fare rifiatare la zona della Sicilia centrale attraendo nuovi investimenti. Per mezzo della zona franca sarà possibile concentrare programmi di defiscalizzazione per la creazione di piccole e micro imprese capaci di determinare nuova occupazione: la crescita del tessuto socio-economico si crea attraverso il lavoro produttivo e non con l’assistenzialismo senza frontiere. L’intento è quello di favorire lo sviluppo economico e sociale di un’area caratterizzata dal disagio sociale, economico ed occupazionale e con potenzialità di sviluppo inespresse.
Un settore legale –ha detto Santino Barbera- assicura garanzie al lavoratore e alle imprese sane. Occorre un salto culturale in avanti perché non può ancora prevalere la logica del più furbo non solo nel campo industriale, ma anche in politica.
La corruzione determina l’abolizione di servizi e sistemi che si risolvono in una negazione dei diritti previsti dalla Costituzione. Un basso livello di trasparenza completa l’opera, aggravando i guasti. L’edilizia è in ginocchio. Sono andati in fumo –continua Barbera- oltre 40 mila posti di lavoro, gli enti locali non allargano i cordoni della borsa (patto di stabilità per intenderci) costringendo le aziende a suonare la ritirata. Lo scatto fotografico è nitido: nei primi undici mesi del 2012 sono state celebrate 11 gare in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: 728 le aggiudicazioni nel 2011, 717 nel 2012. C’è poco tempo da perdere –precisa Barbera- perché la fase di caduta del settore non si è fermata. La campanella è suonata, l’ora della ricreazione è finita. Mandata in soffitta la competizione elettorale del 28 ottobre scorso, la Sicilia ha bisogno di rialzare la testa perché non può continuare a sopportare la saccenteria dei soloni della politica.
Salvatore Scelfo, ha sottolineato la scelta strategica della Cisl sulla riorganizzazione e razionalizzazione della struttura: lo scopo precipuo del progetto è quello di unificare territori e categorie al fine di avere un decentramento capillare nei vari territori. L’ idea di Raffaele Bonanni –continua Scelfo- è quella di redistribuire le risorse verso i livelli più vicini ai luoghi di lavoro. Questo processo di riforma tutta interna in Cisl, determinerà una nuova fase definita di deburocratizzazione: meno sindacalisti nelle segreterie –ha detto Scelfo- e più sui luoghi di lavoro, più operatività e meno poltrone.
Poi la sua riflessione sul progetto di rilancio del settore. Occorre rimettere in marcia il ciclo virtuoso dell’edilizia –asserisce Scelfo- partendo dalle piccole iniziative: riqualificazione dei centri storici, messa in sicurezza degli edifici scolastici, senza dimenticare il tema relativo al dissesto idrogeologico diffuso in modo capillare in tutto il territorio italiano.
Bisogna intervenire in questa direzione considerata la fragilità del territorio italiano che si sgretola a pezzi sotto i colpi della natura. Bisogna individuare le condizioni di rischio attivando tutte le azioni di prevenzione per ridurre i rischi. Infine secondo Scelfo non bisogna tralasciare il tema delle grandi infrastrutture essenziali per modernizzare il sistema Italia concentrando le poche risorse disponibili in quelle in grado di determinare benefici reali al Paese.