“Il Bilancio Sociale e il codice etico, che non è una semplice carta di intenti, non possono essere strumenti di celebrazione corporativa. Essi sono strumenti di progresso e di crescita comune verso la consapevolezza del ruolo sociale e quindi “no profit” delle organizzazioni sindacali, come in questo caso. Servono innanzi tutto a rendere conto di quanto realizzato e quanto ancora in itinere, tutto sempre all’interno di una prospettiva di protagonismo sociale” – così dall’introduzione di Giovanni Stiz, di Seneca e curatore scientifico del bilancio sociale della Filca Cisl Lombardia (clicca per scaricarlo).
Al tavolo di presidenza, nella sede lombarda della Cisl, Enzo Pelle, segretario nazionale della Filca Cisl, Francesco Bianchi, segretario generale della Filca Cisl di Milano e componente della segreteria lombarda, Marco Boveri, segretario regionale della categoria e quindi Battista Villa, che come segretario generale ha tenuto la sua relazione di presentazione: “Il Bilancio Sociale 2013 qui presentato è conseguente ad una scelta di indirizzo culturale e politico, uno sforzo di maturazione oramai attivo da quattro anni a questa parte. Tale “strumento sociale” della nostra Organizzazione, può essere utilissimo ed efficace per misurare la coerenza tra il detto e il fatto. Tra le buone intenzioni con le quali “è lastricato il sentiero per l’inferno” e le effettive realizzazioni degli atti, delle negoziazioni, delle contrattazioni, pur con i limiti e gli errori che si commettono sperimentando, innovando e intraprendendo cammini nuovi. Entro il 2017, come indica la Commissione Europea, gli Stati dovranno effettuare il recepimento della Direttiva. La Direttiva prevede l’obbligo a carico di società con determinate caratteristiche di comunicare nella relazione sulla gestione (documento che accompagna il bilancio di esercizio) una serie di informazioni di carattere “non finanziario” su aspetti ambientali, sociali, attinenti al personale, al rispetto dei diritti umani, alla lotta contro la corruzione attiva e passiva ed inoltre sulla diversità degli organi societari. Questo in uno scenario come quello attuale risulta essere un’urgenza indispensabile per la competitività del Paese, vista la diffusa deriva correttiva e criminale legata a molte opere di pubblico interesse.
In particolare la crisi ha determinato la necessità di riorganizzare il sindacato, e quindi la Filca Cisl in primis con la Fai Cisl sarà protagonista della costruzione della più importante Federazione sindacale del territorio: la fusione consentirà di ottimizzare le risorse e accentrare le funzioni amministrative e di coordinamento, liberando il tempo dei sindacalisti di territorio e di fabbrica per avere più operatività sui luoghi di lavoro, per migliorare le capacità contrattuali e organizzative e affrontare temi nuovi o normalmente lasciati ai margini quali il rapporto con i giovani, con le associazioni, con la politica e le istituzioni, accanto a temi che devono rappresentare il futuro della categoria, come il rapporto tra i nostri settori e l’ambiente, l’uso e il riutilizzo del territorio, le questioni energetiche, la salute legata all’alimentazione e agli edifici, l’impegno per la legalità quale base per la dignità della persona e per la libertà individuale e collettiva. Tematiche come il risparmio energetico, la tutela dell’ambiente, dell’aria, dell’acqua e con essi, della salute e della sicurezza dei lavoratori, lo sviluppo di innovazioni di prodotto e di processo con materiali eco-compatibili e rinnovabili, una rendicontazione sociale dell’impresa nell’ottica di una equilibrata sostenibilità ambientale ed economica e una nuova democrazia economica e partecipativa dei lavoratori alle scelte strategiche delle imprese, sono alcuni degli elementi fondanti della Responsabilità sociale che la Filca Cisl vuole perseguire. Agire e progettare in questo modo significa anteporre il benessere delle future generazioni alle esigenze dell’immediato e alle urgenze che, di volta in volta, siamo costretti a rincorrere. La Filca Cisl è consapevole della necessità e dell’ineludibilità di fare un deciso salto in avanti rispetto al nostro ruolo tradizionale.
Bisogna evitare che tematiche di questa portata siano governate in modo quasi esclusivo (come oggi sta accadendo) dalle imprese, dalla finanza e dalla politica, con la conseguenza di non poter esercitare quell’indispensabile ruolo di proposta, di realizzazione e di controllo sulla serietà delle politiche di sostenibilità sociale ed ecologica”.
A seguito della relazione di Villa, anche la Cisl lombarda ha dato un contributo di impegno, con Osvaldo Domaneschi: “Dopo le elezioni europee il quadro politico complessivo sarà certamente rinnovato, con un anomalo e nuovo bipolarismo, e quindi anche il sindacato dovrà e deve essere capace di interpretare il cambiamento da protagonisti. Serve riprogettare il ruolo politico e sociale del sindacato, quindi questa strada è irreversibile, sia del bilancio sociale e sia nei termini di una nuova età della contrattazione diffusa. Serve staccare la spina dalle relazioni sottomesse con la politica, poiché la concertazione è finita e il ruolo del sindacato rischia di essere marginale negli equilibri con il potere politico stesso e le associazioni di rappresentanza; quindi serve un salto sopratutto culturale attraverso proposte e relazioni col territorio. In virtù della legittimazione del sindacato attraverso la rappresentanza dei lavoratori, anche in prospettiva di coloro che ancora non sono sindacalmente tutelati”.
Anche la federazione di categoria della CGIL, la Fillea ha voluto sottolineare il valore politico del corso intrapreso dalla Filca Cisl Lombardia, che con Ada Lorandi ha ricordato il bisogno di una nuova stagione di attenzione ambientale ed energetica del settore. Mentre la Feneal UIL lombarda con Duilio Magno ha indicato il senso del lavoro comune, partendo dai fondamentali strumenti sociali come la legalità e la responsabilità, per rispondere sia organizzativamente che culturalmente alle sfide politiche attuali.
Andrea Pastori dell’Ance Lombardia ha ricordato, durante il proprio intervento come parte datoriale e delle imprese, l’impegno di diverse aziende associate verso la sostenibilità sociale, ambientale ed economica: “per le imprese più innovatrici il bilancio sociale è lo strumento principale di comunicazione responsabile e nella sua elaborazione ha dato modo di osservare e rendersi conto del senso indispensabile di una governance partecipata, proprio per lo sviluppo delle comunità locali interessate dalle attività delle i prese stesse”. Valeriano Formis, segretario generale lombardo della Federazione Nazionale Pensionati della Cisl ha sottolineato le affinità con la Filca Cisl lombarda, proprio attraverso un rinnovato glossario etico condiviso: “Servizio ed etica verso i soci, ma anche una nuova relazione con la complessità sociale, sostenendo un patto transgenerazionale utile a non disperdere pezzi di storia e di esperienze per lo sviluppo di una nuova stagione di protagonismo sindacale”.
Attilio Cornelli, segretario generale della Fai Cisl Lombardia, intervenendo a sostegno del “lavoraccio” culturale e di rendicontazione della Filca Cisl ha richiamato il patrimonio storico di battaglie e impegni comuni tra le due federazioni e tutta la volontà di affermare pertanto il principio della sussidiarietà, quale circuito virtuoso di responsabilità e partecipazione; certo questo, ha voluto sottolineare Cornelli, in un panorama sociale e industriale che rende evidente che la strada per la legalità e la competitività è ancora molto lunga visti i recenti fatti correttivi nella dirigenza Expo 2015 .
Infine, Eros Tavernar, in rappresentanza della Fiba Cisl Lombardia, ha richiamato la centralità del lavoratore e le specifiche funzioni di garanzia e responsabilità che insieme è stato e sarà possibile realizzare con il Bilancio Sociale della Categoria dei bancari della Cisl. Enzo Pelle, segretario nazionale della Filca Cisl, nelle conclusioni della giornata di presentazione ha sottolineato il valore fortemente innovativo del “cantiere del bilancio sociale” della Federazione lombarda: “oggi per la particolare condizione di deriva corruttiva, che si iscrive nella rinuncia di programmazione etica e di valori di gran parte della politica, lo sforzo di rendicontazione e di partecipazione della nostra categoria è utile ad una visione di insieme, di proposte condivise, necessaria per il bene comune “.