Sede simbolica per il primo congresso del sindacato delle costruzioni della Cisl di Brescia e Vallecamonica, il museo della Millemiglia. Tecnologia e territorio, ma anche cultura, tradizione e identità di una provincia che deve necessariamente tornare a correre nel mondo del lavoro, questo almeno il significato simbolico voluto dalla Filca Cisl di Brescia nella scelte della sede del congresso.
Oggi le Federazioni sindacali della Filca dei lavoratori dell’edilizia e del ciclo industriale delle costruzioni di Brescia e della Val Camonica Sebino si sono unite in un unico grande territorio, realizzando di fatto una riforma territoriale che rafforza il progetto di federalismo della responsabilità immaginato in questi ultimi due anni di lavoro sul campo. La Cisl infatti è impegnata in una doppia partita di riforma organizzativa ed economica al proprio interno, non solamente unendo federazioni territorialmente affini, ma anche categorie e ambiti molto prossimi. Infatti questo congresso apre la pista all’unificazione strategica con la Fai Cisl, ovvero il sindacato dei lavoratori del settore agroalimentare realizzando così il sindacato del territorio al servizio di ma vasta area geografica e di una vastissima rete sociale a tutela dei lavoratori.
“Stiamo attraversando un periodo tremendo, ha vera e propria distruzione silenziosa di una settore industriale e sociale, colpiti da una crisi che non può essere solamente una questione economica, anzi impone soluzioni molto complesse e pertanto devono impegnare tutti” così Battista Villa, segretario generale della Filca Cisl Lombardia ad apertura dei lavori, poi il tema è stato centrato da Roberto Bocchio, leader del sindacato a Brescia “Siamo pronti, con umiltà e consapevolezza, ad affrontare una sfida senza precedenti per rilanciare il settore e per chiedere alle parti sociali uno sforzo ancora maggiore di coraggio e azione. Per noi essere autonomi significa anche precedere gli altri con le proposte, raccogliere le loro opinioni e insieme fare un patto sociale nuovo.
Abbiamo voluto riformare il sindacato, abbiamo voluto renderlo più forte e adesso dobbiamo chiedere agli altri protagonisti sociali una nuova agenda economica e politica, a partire dalla costruzione delle condizioni per nuovo lavoro e nuova crescita” – così Bocchio, incidendo con forza e passione il tema centrale, ovvero come uscire dalla crisi che miete imprese e lavoratori – “servono un disciplinare territoriale per la responsabilità sociale, in grado di dare nuove garanzie di credito per le imprese, tutela e sicurezza per i lavoratori e legalità per la comunità. Troppi avventurieri e troppi no delle banche hanno peggiorato la malattia sociale attuale, facendo gravare un modello sociale ormai fallimentare sulle spalle delle famiglie e dei lavoratori.
Brescia ha tutta la storia e tutta la tradizione concreta per tornare a correre, per un piano straordinario per far ripartire l’industria delle costruzioni e dell’edilizia puntando sul riutilizzo, sul recupero, sulle eccellenze, sul governo del territorio a impatto zero per l’ambiente e sul credito alla qualità sociale, attraverso una bilateralità allargata alle istituzioni e agli altri protagonisti sociali”. Oggi i delegati, vero cuore e muscoli del sindacato, hanno eletto anche la segreteria, con Bocchio infatti sono a capo della Filca Cisl bresciana Sara Piazza con Enrico Dalè, “in questo periodo abbiamo voluto essere i primi sul territorio a riformare realmente una grande organizzazione come la Cisl, tagliando davvero gli sprechi e unendo le forze, tanto che la Val Camonica diventa la cerniera tra due provincie importantissime a livello nazionale, in modo da costituire una macro area di responsabilità sociale. Siamo attenti sollecitatori politici e protagonisti sociali, e ci siamo detti se non ora quando e se non noi chi altri dovrà occuparsi di una nuova stagione che possa essere quella della responsabilità” così Sara Piazza. Particolare rilievo ha avuto nella relazione del Segretario Generale Bocchio il tema della lotta alle mafie nel mondo del lavoro e delle costruzioni, tanto da ricordare lo strumento sociale e sindacale della contrattazione e il lavoro, in tal senso, del Progetto San Francesco.